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Coronavirus, Londra: ebike gratis agli operatori sanitari per evitare i trasporti pubblici

Single Speed Ebike Bicicletta - Foto gratis su PixabayIn Inghilterra, più precisamente a Londra, stanno cercando una soluzione che favorisca lo spostamento sicuro degli operatori sanitari. In che modo? Garantendo a tutti gli assistenti in ambito medico un abbonamento gratuito per tre mesi per poter usufruire di una bicicletta ellettrica: l’ebike.
Le prime aziende che metteranno a disposizione queste biciclette elettriche sono Gocycle, che ne fornirà 20, seguito a ruota dalla Raleigh.
Un’ altra ondata di veicoli arriverà anche da Full Charged, azienda con sede a Londra e Silverstone, che metterà a disposizione i propri prodotti per medici e infermieri impegnati per l’emergenza Coronavirus Covid-19. La società informa che scaduti i tre mesi non c’è alcun obbligo ed è possibile allungare il servizio senza alcun costo aggiuntivo.
Come stabilito dal governatore Johnson, dice Dan Parsons, coordinatore del progetto di Fully Charged, i venditori di biciclette saranno gli unici negozi, insieme agli altri servizi capaci di garantire la protezione dei cittadini, che rimarranno aperti, sottolineando come le biciclette elettriche possano aiutare i cittadini in tempi di lockdown. Grazie ad altre aziende, i lavoratori sanitari riceveranno l’equipaggiamento completo per potersi proteggere: casco e lucchetti da Abus, assistenza tecnica.
Nell’arco di poche ore decine di persone si sono iscritte al servizio appena creato, ma la produzione delle bici elettriche per fare fronte al coronavirus non finisce qui. Già un mese fa Brompton, una delle aziende più importanti nel campo delle biciclette, le aveva messe a disposizione per un mese alla generosa cifra di una sterlina. In Scozia ci ha pensato la Foorth Valley, mentre Uber ha regalato 50 corse gratuite sulle sue Jump date in prestito a 10 sterline.
Se dovessi dare un mio giudizio, questo sarebbe favorevole a questa iniziativa perché ritengo che come vengono tutelati i cittadini affetti da Covid-19 e non, debbano essere protetti in ugual modo e forse anche di più medici e i loro staff.
[Articolo scritto durante il lockdown]
Gabriele / Scuola Secondaria di primo grado Puccini di Firenze