Politicamente corretto, tra discriminazione e censura

 Moltissimi problemi stanno affligendo la nostra società e se volessimo sdrammatizzare dobbiamo stare attenti a come scherziamo su argomenti seri. Comici e personaggi dello spettacolo rischiano critiche negative, censure e polemiche.

E’ il caso della serie “Scrubs”, commedia conclusasi nel 2010, da cui, alcuni mesi fa sono stati rimossi  tre episodi per via dei personaggi con la blackface (pratica che consiste nel fare parodie di personaggi neri, truccando in modo irrealistico attori bianchi per realizzare sketch televisivi) e per questo ritenuti razzisti e discriminatori.

Non trovo che si tratti di razzismo, una delle scene, inoltre, riprendeva un personaggio dalla pelle chiara con il volto dipinto di nero ed un personaggio afro-americano con il viso dipinto di bianco alle prese con una gag. Caso simile per la serie”I Simpson”, in cui “Apu”, il gestore indiano del Jet Market di Springfield,  è stato cancellato dalla serie perchè rappresentato   in maniera stereotipata e razzista, col suo accento marcato ed i modi servili ed il suo  raggirare i clienti per vendere la sua merce.

Il politicamente corretto potrebbe rovinare la comicità. Astenersi da certi argomenti potrebbe sembrare una forma di discriminazione, ma scherzarci su potrebbe sembrare di cattivo gusto. Tuttavia, è anche però che con la totale assenza di politicamente corretto non si distingue un insulto da una battuta.

Adriano De Caro, III C