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Covid-19 e industria cinematografica: un futuro già annunciato?

Con l’avvento della cosiddetta “seconda ondata” e con un secondo lockdown alle porte per molte nazioni, il mondo si prepara ad una nuova battuta d’arresto. Si torna, quindi, a fare affidamento sull’intrattenimento, unica fonte di distrazione da smart-working e didattica a distanza. Così, mentre Netflix e le sue concorrenti continuano ad incassare, le produzioni cinematografiche vengono bloccate e i cinema chiusi. 

Se il mondo della CGI (computer generated imagery) era già parte integrante di quasi qualunque produzione, adesso diventa una necessità: i set fisici sono interdetti e l’intero “cast and crew” non può interagire di presenza a causa delle misure di distanziamento sociale. Grazie a software di real-time rendering già impiegati nella realizzazione di videogames (come Unity e Unreal Engine), i set cinematografici diventano, allora, virtuali—ma non per questo meno tangibili. La tecnologia CGI e l’arte 3D permettono ormai di creare luoghi e oggetti indistinguibili da quelli reali, permettendo ai registi di abbozzare scene, pianificare riprese, disporre luci e aggiungere/rimuovere elementi di scena in tempo reale. Attraverso videocamere virtuali, è possibile previsualizzare la posizione di ogni attore all’interno della scena ed apportare eventuali aggiustamenti senza dover effettuare il rendering da capo. Un modo, questo, per risparmiare tempo e soldi, e per lavorare in sicurezza nonostante il dilemma del Covid. Il futuro della pre e postproduzione era, quindi, già annunciato, e la pandemia ha solo funzionato da acceleratore.

Un problema, però, resta: la distribuzione dei prodotti finiti. Qual è la scelta migliore? Riaprire i cinema e portare i film nelle sale, garantendosi, così, i guadagni al box-office, o cedere i diritti alle piattaforme streaming, così che gli spettatori possano intrattenersi rimanendo sul divano di casa, senza rischio di contagio?   

Da un lato il business, dall’altro la sicurezza degli spettatori. E non solo quello.

La modalità di visione rappresenta un punto fondamentale anche al livello tecnico: sarà possibile apprezzare tutti quei dettagli visuali creati ad hoc per il grande schermo sul display di un PC o sullo schermo della TV di casa? La risposta tende più al no che al sì. 

E, inoltre, il piacere di andare al cinema si dissiperà, diventando nient’altro che un’abitudine dei più appassionati? Sarà il tempo a dirlo. La fine della pandemia potrebbe salvare il cinema da una morte apparente…oppure confermarla.

Adele Zaccaria, III B