Aborto: si o no? Decisione delle donne non dello Stato

Da settimane ormai sono in corso proteste e scioperi in tutta la Polonia, organizzati dai cittadini e dai movimenti femministi, e causati della sentenza della Corte Costituzionale Polacca riguardante l’aborto.

La precedente legge sull’aborto del 1993 consentiva l’interruzione della gravidanza solo nei casi di pericolo di vita per la madre, di stupro o di malformazioni del feto. Con la nuova sentenza del 22 ottobre, questa legge viene resa ancora più restrittiva vietando la possibilità di aborto nel caso di malformazione del feto.

Due dei medici che hanno partecipato alle proteste, hanno affermato che il sistema in Polonia fa pochissimo per sostenere le famiglie dei bambini disabili e con questa nuova legge non viene più lasciata la possibilità di scelta alle donne; inoltre, una delle attiviste polacche ha affermato che il 98% degli aborti in Polonia sono dovuti proprio ad una malformazione del feto. Per questi motivi continuano gli scioperi e le rivolte, nonostante le norme anti-Covid19 e le minacce di mandare l’esercito nelle piazze, ed i protestanti hanno addirittura commesso atti di vandalismo, compresi in luoghi religiosi come le chiese. Tuttavia, le proteste hanno causato non solo l’arresto di 37 persone in un giorno soltanto, ma anche il record giornaliero di contagi, arrivati quasi a 21.900. 

Per porre fine alle proteste, il presidente della Repubblica Polacca Andrzej Duda aveva proposto al parlamento di ridimensionare la modifica di legge, consentendo l’interruzione della gravidanza nel caso di alta probabilità di morte del feto. Questa proposta non è stata tuttavia accolta dai manifestanti: i cittadini continuano infatti a protestare già da diversi giorni, nonostante le possibili ritorsioni, per sostenere il diritto della donna di libera scelta. 

 Chiara Serravalle III B