La forza e il potere delle trobairitz

Benché la donna nel Medioevo sia ancora socialmente inferiore all’uomo, nella Provenza dell’amor cortese le donne riescono ad avere successo sfruttando il loro talento letterario e la loro influenza politica: sono le trobairitz, donne colte, aristocratiche, poetesse e muse allo stesso tempo.

Altre donne trovano invece una via di realizzazione grazie alla religione: molte pubblicano riflessioni, rivelazioni e preghiere, alcune diventano sante, come Chiara d’Assisi, Brigida di Svezia e Caterina da Siena.

Ci sono inoltre donne che scrivono testi laici: gli scritti di Maria di Francia e di Christine de Pizan sono tuttora studiati.

Le Trobairitz

I trovatori, compositori ed esecutori di poesia lirica occitana (ovvero testi poetici e melodie) che utilizzava la lingua d’oc, parlata in differenti  regioni della Francia, al femminile erano Trobairitz. Sia trovatori che trobairitz scrissero del fin’ amors, o amor cortese. Le donne in genere erano il soggetto di cui scrivevano i trovatori e nessun altro gruppo di poeti diede loro così tanta importanza.

 

Nel XIII secolo, le donne della corte dovevano essere in grado di cantare, suonare strumenti, e scrivere jocs partis, o partimen (un dialogo o dibattito in forma di poesia). Queste abilità femminili potrebbero aver dato vita  alle composizioni scritte delle trobairitz. Il fenomeno può avere avuto origine dal potere che le donne godevano nella Francia meridionale nel corso del XII-XIII secolo. Esse avevano maggiore controllo sui possedimenti terrieri nel contesto della società occitana, molto più propensa ad accettarle rispetto alle altre società del tempo. Infatti durante le crociate molti uomini partivano per le terre d’Oriente lasciando alle donne la responsabilità amministrativa e, dunque, il potere. Ciò nonostante, questa società, pur esaltando le donne, nello stesso tempo ne circoscrivevano molti aspetti del loro comportamento e della loro vita.

I componimenti

Le trobairitz scrissero canso (canzoni)e tenzone, composero sirventes (tema politico), planh, salut d’amor (lettera d’amore in forma non strofica), alba e balada (ballate). A giudicare da ciò che sopravvive oggi, le trobairitz non hanno scritto pastorelas o canzoni di malmariee, diversamente dai trovatori. Inoltre, nel solco della tradizione trobadorica, le trobairitz legano strettamente l’azione del cantare all’azione di amare. La Contessa de Dia lo dimostra nella sua poesia Fin ioi me don’ alegranssa, affermando che : «Fin gioia mi dà allegranza per ch’io con gioia canto»

Così l’essere femminile è non più solo “moglie”, “signora”, “oggetto d’amore”, ma protettrice dei cantori.

Le Trobairitz erano altamente considerate: nessun trobadore aveva il diritto di alzare la voce contro una trobairitz, altrimenti il disprezzo nei suoi confronti sarebbe stato assicurato. L’amore, nel cuore del trovatore, nasceva sia dalla contemplazione della bellezza della sua signora, sia dalla considerazione delle sue doti intellettuali e spirituali. Non a caso fondamentale nel concetto di amor cortese è la mezura (misura) cioè la capacità di controllare gli impulsi, gli istinti. In amore la “misura” consiste nel provare alla “signora” che ella non è solo oggetto di desiderio, e che l’amore è  sentimento. In tal modo il poeta veniva ammesso all’intimità della domina.

L’amore trobadorico non si limita a dar forma al rapporto a due, ma intende educare la società alla convivenza, l’arte di vivere insieme nel rispetto, nella carità e nella  generosità, affinché l’amore elevi i  rapporti interpersonali.

 

di Matteo Iezzi