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Oganesson, elemento 118: sara’ l’ultimo? Gli scienziati dicono di no

Denis Bonomo, 3DSA

 

OGANESSON, ELEMENTO 118: SARA’ L’ULTIMO? 

GLI SCIENZIATI DICONO DI NO.

Dopo aver completato il settimo periodo della tavola periodica degli elementi, gli scienziati fanno a gara per scoprirne di nuovi. Ma la tavola periodica è infinita? E come si aggiunge un elemento alla tavola periodica?

Oganesson, l’ultimo elemento conosciuto

Oganesson è attualmente l’ultimo elemento della tavola periodica. L’annuncio, ad opera dello IUPAC (International Union of Pure and Applied Chemistry) l’ente internazionale che regolamenta nomenclatura, terminologia e misure della chimica, è del 30 dicembre 2015.

l’Oganesson è stato ufficialmente introdotto nella tavola periodica l’8 gennaio 2016, insieme agli elementi con numero atomico 113, 115 e 117. I nomi di ben quattro elementi (nihonium, moscovium, tennessine, oganesson) sono stati simultaneamente confermati e questa eventualità è estremamente difficile che possa accadere nuovamente.

Diversi sono i motivi che rendono Oganesson un elemento speciale: prima di tutto, come è stato già detto, è l’ultimo elemento della tavola periodica e completa il settimo periodo, è un gas nobile, porta il nome di uno scienziato ancora in vita e non meno peculiare è il fatto che in passato era stata dichiarata la scoperta dell’elemento 118 ma poi la pubblicazione era stata ritirata, ammettendo quindi di avere sbagliato.

Su centodiciotto elementi attualmente conosciuti, solo sedici scienziati hanno avuto l’onore di associare il proprio nome a un elemento. Tra questi Marie Curie, Albert Einstein e Alfred Nobel, creatore del celebre premio. Solo due scienziati però hanno avuto questo onore in vita: il chimico americano Glenn Seaborg (scomparso nel 1999) da cui il nome seaborgio per l’elemento numero 106 e il fisico russo Yuri Tsolakovich Oganessian, tuttora in attività, per l’elemento numero 118, Oganesson appunto.

L’Oganesson (simbolo: Og) è un elemento superpesante sintetico, ossia non presente in natura, che può essere prodotto solo in laboratorio ed è estremamente instabile.

 

La tavola periodica e i nuovi elementi

Dalla intuizione del chimico russo Mendeleev si deve la nascita della tavola periodica degli elementi. Dal 1868, anno di prima pubblicazione del sistema periodico di Mendeleev, ad oggi, numerosi elementi sono stati via via scoperti e inseriti nella tavola.

Di tutti gli elementi conosciuti (ad oggi 118), solo 94 si trovano in natura mentre 24 sono stati prodotti in laboratorio e sono detti elementi artificiali o sintetici.

Alcuni dei primi elementi sintetici transuranici, cioè più pesanti dell’uranio (Z=92), sono stati scoperti durante il secondo conflitto mondiale fino ad arrivare nel 2015 con la conferma della scoperta degli ultimi quattro elementi superpesanti 113, 115, 117 e 118. 

Quando un nuovo elemento viene scoperto passano diversi anni prima che questo possa essere ufficialmente riconosciuto in quanto la scoperta da parte degli scienziati deve essere effettivamente confermata da altri laboratori e successivamente tutti i risultati devono essere esaminati da una commissione congiunta IUPAC e IUPAP (International Union of Pure and Applied Physics) che decreterà l’esistenza o meno dell’elemento scoperto secondo dei criteri stabiliti molto rigidi. Inoltre, quando viene dichiarata l’esistenza del nuovo elemento si pone il problema del nome che non deve essere in contrasto con quelli già esistenti.

 

Ma perché gli scienziati continuano ad interessarsi alla produzione e all’analisi di elementi superpesanti che non esistono al di fuori del laboratorio e che decadono nel giro di frazioni di secondo?

Gli scienziati ricercano l’isola di stabilità. Secondo le teorie attuali esisterebbe, intorno al numero atomico 120, un gruppo di elementi superpesanti molto stabili. Ciò significa che potrebbe esserci un loro isotopo che abbia un tempo di dimezzamento abbastanza lungo da poter permettere l’accumulo dell’elemento e utilizzarlo a seconda delle sue proprietà.

In un articolo pubblicato da la Repubblica alla domanda: “perché è così importante scoprire questi nuovi elementi?”, il fisico Yuri Oganessian risponde così: “La scienza dei nuovi elementi è una delle aree chiave della nostra conoscenza del mondo materiale. Un modo di validare le conoscenze accumulate nel campo della fisica nucleare è controllare le previsioni della teoria sull’esistenza di elementi superpesanti ipotetici. Fortunatamente si è dimostrato che questa previsione era corretta. Questi elementi ci consentono anche di comprendere meglio fenomeni di astrofisica, come le stelle di neutroni, in cui nuclei superpesanti, che normalmente decadono molto rapidamente, sono mantenuti stabili dall’enorme pressione”.