INFODEMIA: il nemico dell’informazione

Secondo il vocabolario Treccani l’infodemia è la circolazione di una quantità eccessiva di informazioni, talvolta non vagliate con accuratezza, che rendono difficile orientarsi su un determinato argomento per la difficoltà di individuare fonti affidabili.

Il 73% dei giornalisti si sono imbattuti in casi di disinformazione, di questi  il  78% una volta a settimana e il 22% una volta al giorno.

In questo periodo di grande crisi,  il concetto di infodemia è tornato ad essere presente più che mai nella nostra quotidianità; in un momento storico tanto difficile l’informazione rappresenta per tutti un punto fermo, o almeno così dovrebbe essere, al giorno d’oggi  infatti, a volte ci si ritrova sopraffatti dalle troppe informazioni che in molteplici casi si rivelano confuse e contraddittorie tra loro.

Da cosa deriva la disinformazione?

Sono molteplici i fattori che ci portano alla disinformazione e la maggior parte di questi ci sono sconosciuti, poiché consistono in azioni che compiamo ignari di ciò che comportano, tra questi la così detta bolla personale.

Questa comporta che da parte nostra ci sia una costante ricerca di informazioni le vanni ad alimentare e confermare quello che è il nostro pensiero personale, senza possibilità di confrontarci in tal modo con altri pensieri, è molto più semplice veder confermato la nostra idea; inevitabilmente ci troviamo ad essere disinformati poiché continuiamo a vedere solo un aspetto di una qualsiasi questione e non l’argomento a trecentosessanta gradi. Dunque è la nostra “pigrizia” che più ci condiziona, ciò che semplice attira di più rispetto a qualcosa di complicato e impegnativo, anche se questo qualcosa non è altro che un pensiero differente dal nostro.

Altro importante fattore da considerare è quello dei nuovi mezzi di informazione, ogni social, se visto correttamente, può essere usato come fonte informativa, Instagram, Telegram, Facebook, lo stesso TikTok ideato per i ragazzi, questo potrebbe aumentare la curiosità dei giovani nei confronti dell’informazione. Molti sono i siti che riportano notizie online; a questi è legato un particolare fenomeno che si definisce con il nome di clickbait “acchiappaclic”, questo indica un contenuto web la cui principale funzione è attirare il maggior numero possibile di visitatori tramite, magari, un titolo che non ha nulla a che fare con il contenuto dell’articolo.

Considerevole è il ruolo del GAP cioè lo scarto generazionale, ne consegue il cambiamento delle informazioni ricevute, a seconda di chi  compie la ricerca.

Dunque,  quali sono le conseguenze della disinformazione?

Tale confusione, nonché disinformazione,  ci porta ad uno stato perenne di disorientamento, sommersi da informazione, senza sapere in chi riporre la nostra fiducia, in questo caso, si rischia di cadere in semplificazioni e complottismi.

Sulla disinformazione, Gaia Novelli, studentessa magistrale in Teorie e Tecniche della comunicazione, ci dice: “Le persone hanno una complessità di fondo, ma al contempo sono molto semplici e in qualche modo rispondono a “Istinti naturali” tra questi, la paura. Questa talvolta ci porta a non ragionare bene e semplificare le cose, questa azione necessita di uno sforzo cognitivo più basso, dunque è più semplice e più comoda. Ora, quando accade qualcosa nel modo, come ad esempio quest’ultima pandemia, si cerca rifugio nell’informazione, ma talvolta l’argomento è così nuovo (come il COVID-19) che l’informazione ancora si forma, e più l’argomento in questione è complesso più si cerca di trovare spiegazioni semplici e a noi comprensibili, perché l’ignoto ci spaventa. Risulta più semplice credere ai complotti piuttosto che alla realtà, perché la realtà non è affatto semplice, bensì è molto complessa; ad esempio, se non si riesce a capire perché bisogna restare chiusi in casa, si comincia a pensare che ci vogliano in gabbia e che vogliano limitare le nostre libertà. Importante, a questo punto, il ruolo delle nuove generazioni che si approcciano alla realtà, bisognerebbe che si insegni loro la capacità critica, per saper riconoscere quelle che sono le complessità della vita e accettarle nella loro interezza”.

Cosa possiamo fare noi nel nostro piccolo?

A termine di questo articolo e di varie ricerche, sono riuscita a comporre una mia personale visione d’insieme. A mio parere, l’unico modo che abbiamo per sfuggire alla morsa dell’infodemia è quello di affidarci a fonti attendibili, affidarci magari a grandi testate giornalistiche di una certa importanza o comunque a siti online che contengono dati precisi e certi. Davanti a due notizie contrastanti si potrebbe consultare più siti e credere alla descrizione dei fatti più frequente. Bisognerebbe affidarsi completamente a coloro che sono più esperti di noi.

di Laura Del Casale