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Il corpo è sempre ‘normale’. Body shaming e body positivity

Negli ultimi anni è emersa nella nostra quotidianità una nuova forma di discriminazione, che coinvolge principalmente il genere femminile, ma può interessare anche il genere maschile. Si tratta del ‘body shaming’, termine che nel 2018 è entrato a far parte del vocabolario Treccani e propriamente significa ‘deridere o criticare una persona per il proprio aspetto fisico’.

Tale discriminazione riguarda qualsiasi caratteristica del corpo, dall’altezza al peso, dal colore dei capelli alla presenza o assenza dei peli. Il punto chiave che è alla base del body shaming è il fattore bellezza e di ciò che può piacere a molti, a tutti o a pochi. Alcuni, infatti, ritengono che ciò nasca principalmente dalla creazione e dall’affermarsi negli ultimi decenni di un ideale di bellezza, sia maschile che femminile, che non solo è diventato iconico e canonico, ma ha suscitato numerose critiche verso gli individui che non hanno precise caratteristiche fisiche, portando, ad esempio, i datori di lavoro stessi di agenzie pubblicitarie a criticare volutamente i modelli e a sceglierli a seconda che rispettassero tale forma. Il fenomeno, quindi, si è manifestato maggiormente in televisione coinvolgendo persone quotidianamente esposte agli occhi del pubblico il quale, però, non è l’unico carnefice della situazione. Ciò, tuttavia, può accadere in ogni circostanza, anche in lavori per i quali l’aspetto fisico ideale non è una prerogativa, o più comunemente passeggiando per strada o confrontandosi con un gruppo di persone.

Il body shaming, di fatto, si è radicalizzato ancor di più sui social media, dove milioni di ragazze e ragazzi mostrano ogni giorno il proprio corpo attraverso immagini e le persone, indubbiamente prive di educazione ed empatia, scrivono messaggi di critica molto violenti, spesso con account falsi e pensando di avere il diritto di attaccare ferocemente caratteristiche per le quali il singolo individuo potrebbe sviluppare insicurezze o sentirsi, appunto, discriminato. Ciò che non è da trascurare e che aggrava ancor di più la situazione è proprio il risvolto psicologico di questo fenomeno, per cui molte persone si sono mobilitate in numerosissime campagne per condannare ogni forma di critica, sviluppando così il movimento detto ‘body positive, riguardante l’accettazione di qualsiasi corpo sia ai propri occhi che a quelli degli altri. Questo movimento tuttavia, in alcuni casi, ha portato a considerare come positive l’obesità e l’anoressia, malattie mentali e fisiche; da una parte di certo sono condizioni non da offendere, ma dall’altra parte è inaccettabile promuoverle.

Nonostante molti cerchino di imporre la condivisione di certi ideali, è fondamentale ricordare, quindi, che non si può cambiare il gusto personale e le opinioni che si hanno riguardo a un corpo, ma si può educare al rispetto, che significa far in modo di sviluppare sensibilità ed empatia verso qualsiasi soggetto, soprattutto se ci si rivolge ad esso direttamente, e considerare ‘normali’ anche e soprattutto i corpi non perfetti, che rappresentano, tra l’altro, la maggioranza di essi.

 

Di Lydia Ceglia, classe 2 I

 

 

 

Fonte immagine https://www.rnw.org/news/sissies-landing-strips-and-shoulders-bodyshaming-in-china/