La mia quarantena

Come l’ho passata? Vissuta? Ci sarebbe una parolina magica da utilizzare, ma è volgare e quindi mi adeguerò all’ambito scolastico: uno schifo.

Mi scusi prof, per il mio francesismo, ma quella parolina avrebbe espresso la mia situazione, non perché è stato un periodo sempre in caduta, ma per le situazioni createsi intorno a me. Dell’esterno non mi importava neanche tanto, non in senso negativo, perché io stavo sul mio, ascoltavo i telegiornali e rispettano le regole, mascherina e gel e guanti come fossero una seconda epidermide e via.

Inizialmente ho pensato che questa cosa sarebbe stata fichissima, niente scuola, a casa sul divano, leggere e ascoltare musica, mangiare e dormire, IL PARADISO.

Poi lo step successivo è stato rendersi conto del motivo dello stare a casa, del non andare a scuola, dello stare barricati; essere consapevole di quello che era appena iniziato e che molto probabilmente si sarebbe proteso per un tempo luuunghiisssssimoooo.

Il terzo step si chiama ” qualunque scusa è buona per uscire “, ma l’ho un po’ saltato questo perché mia mamma era fiscalissima (manco avessi un carabiniere in casa ahah).

Quindi il mio terzo step è stato il rimbombante eco dei telegiornali: ogni mezzogiorno e cena ad ascoltare Zaia, le notizie si ripetevano, i numeri si alzavano, mia mamma continuava a ripeterci almeno 3\4 volte al giorno quello che avevamo sentito già 2 volte ai telegiornali.

E già dopo 2 settimane ero stanca di tutto questo. Se dopo due settimane ero così, non si immagina la quarantena. 

Una bomba a mano, ecco cosa era casa mia.

La convivenza era tensione fortissima, tirata come una corda e la corda da parte mia si è spezzata più volte, ma se ne è accorto qualcuno?

Mio papà ed io siamo uguali caratterialmente, siamo testardi e cocciuti… era un litigio continuo, uno scontro senza frontiere.

Mia mamma invece è l’esatto opposto di me, non mi assomiglia per niente, ma nonostante io l’avessi capito da molto, lei ancora non lo capisce, è convinta che le cose che piacciono a lei debbano piacere anche a me, NO! Ho passato i miei giorni il più possibile in camera mia e ho scoperto nuovi lati di me che non conoscevo o che magari non comprendevo bene.

La musica è diventata la mia migliore amica, i libri non li divoravo li mangiavo direttamente interi, ho sempre amato leggere e riesco ad estraniarmi in una maniera inspiegabile, eseguivo i miei impegni scolastici, mi perdevo a guardare le travi del soffitto pensando alle cose più improbabili ed impensabili, ho fatto qualche videochiamata con le mia amiche, ho riscoperto la mia passione per la pittura e gli acquerelli, sono diventata bravissima a ballare, mi sono arrabbiata contro me stessa e contro il mondo intero, la stanchezza di non poter uscire che ho rimpiazzato con la mia miniterrazza (l’ho attrezzata al massimo per sentirmi bene in quel piccolo spazietto esterno), mi sono riguardata al computer le mie saghe preferite.

Non l’ho passata molto in famiglia e sinceramente non me ne pento, ho preferito stare bene con me stessa che stare in un ambito stressante e schiacciante a causa dei miei genitori.

L’eccezione è stata mia sorella, lei è il contrario di me: timidina, riservata e calma, lei è stata l’unica con la quale sono riuscita a rapportarmi durante questo periodo, ci siamo supportate a vicenda nel passare questo periodo del cavolo insieme. 

Beh che dire … ho imparato tanto di me stessa e che anche adesso potrei essere indipendente.