Tra vent’anni

Oggi ricordo il lontano 2020, un anno diverso e particolare, che ha stravolto la società fino ai giorni d’oggi. 

Prima di allora, la mia vita era quella di una studentessa di quarta superiore, che cercava di conciliare la propria vita privata con lavoro, passioni e studio.

Ricordo il giorno in cui sentimmo per la prima volta parlare al telegiornale di un nuovo virus che aveva colpito e inginocchiato la Cina e la sua economia, chiamato Corona Virus.

Sembrava un problema tanto lontano, non poteva sfiorarci (pensavamo), ma in poco più di un mese, ci trovammo chiusi in casa per giorni, settimane, che divennero mesi.

È in momenti come questi, dove la vita ti sbatte in faccia una realtà inimmaginabile e assurda, che realizzi cosa hai di tanto caro, a cui non vuoi rinunciare. Mio padre era medico. Ricordo l’ansia di mia madre quando dovette andare a lavorare nei centri Covid, tutti i tamponi che dovette fare sempre con l’ansia dell’attesa.

E la scuola, che cercava di continuare, con i professori preoccupati e impreparati, esattamente come noi.

Ricordo ancora il giorno in cui finalmente potemmo uscire di casa, il 4 maggio 2020, sempre con attenzione e mascherina addosso. Vidi i miei amici e, dopo mesi di videochiamate e messaggi, potei finalmente riabbracciarli.

Ricordo anche l’inizio della quinta superiore; non sapevamo nulla, era tutto un punto interrogativo. Fu un inizio pesante e difficile, carichi di ansia e dubbi.

Anni come questi, quando sei appena maggiorenne, ti aprono gli occhi su realtà che non avresti mai immaginato di vivere e ti fanno ragionare su cosa conta davvero in una società.