Donne sottovalutate che hanno cambiato la scienza

Spesso sui libri di testo troviamo molte figure maschili e raramente figure
femminili ritenute importanti nella storia.
Ma perché succede? Le donne non sono considerate “abbastanza importanti”
e quindi dimenticabili?
In questo articolo vorrei proporre delle donne che hanno contribuito a delle
scoperte importanti senza aver ottenuto il giusto riconoscimento.

Rosalind Franklin
Rosalind Franklin è la scienziata che definì la struttura a doppia elica del Dna.
L’idea però non venne attribuita alla biochimica, bensì a James Watson,
Francis Crick e Maurice Wilkins che rubarono il suo lavoro, vincendo anche il
Premio Nobel nel 1962.
Rosalind Franklin morì nel 1958 a causa di un cancro alle ovaie, senza ottenere
alcun riconoscimento.

Jean Purdy
Jean Purdy, Robert Edwards e Patrick Steptoe sono rispettivamente
l’infermiera, il biologo e chirurgo che hanno sviluppato la fecondazione in
vitro. L’ospedale non riconobbe mai il lavoro dell’infermiera che morì di
cancro nel 1985, senza aver ottenuto il giusto riconoscimento.
Nel 2010 Edwards vinse il Premio Nobel e nominò nel suo discorso sia Steptoe
che Purdy, ribadendo ancora una volta che il ruolo dell’infermiera fu cruciale.

Barbara McClintock
Nel 1951 Barbara McClintock pubblicò diversi articoli riguardanti l’esistenza
dei trasposoni. La comunità scientifica però non prese in considerazione
questa scoperta, poiché realizzata da una donna.
Quando nel 1962 un gruppo di ricerca, composto da uomini, ottenne gli stessi
risultati della McClintock, il lavoro della scienziata venne rivalutato e la
scienziata vinse diversi premi tra cui il Premio Nobel per la medicina nel 1983.

Lise Meitner
Nel 1938 Lise Meitner e Otto Hahn svilupparono la fissione nucleare. Dopo
aver lavorato a diversi esperimenti insieme la collaborazione di questi due
scienziati portò ad una scoperta rivoluzionaria.
Ma nel 1945 solo Hahn ricevette il Premio Nobel, non citando mai la collega o
l’importanza del suo contributo.

Probabilmente pochi conoscono queste donne e le loro storie. Ma perché accade?
Semplice, perché nessuna di queste donne viene citata nei libri scolastici, in
questo modo molte ragazze non si sentono rappresentate e vengono escluse.
Credo che sia arrivato il momento di cambiare tutto ciò e credo che questo
cambiamento debba partire dalla scuola. Per esempio si potrebbero
organizzare dei progetti di approfondimento sulla parità dei sessi o
affrontare questi temi nelle ore di educazione civica.

Gabriella Luchetta 4Q