“Un inciampo” nel passato | Videointervista

di Sofia Allegro, Maria Vittoria Buzzi e Veronica De Astis, 2B

Oltre ai Lager ormai addormentati e  a quei pochi testimoni in vita, ci sono delle targhe d’ottone, dette “pietre d’inciampo”,  piccole, calpestate da passi frettolosi, che portano incise date terribili, nomi dimenticati, civili resi schiavi. Si trovano in mezzo a noi, per le vie, davanti ai portoni, ma sono abbastanza grandi per il loro nobile scopo della memoria? O sono destinate ad essere calpestate come lo furono i nomi che  portano impressi?

Abbiamo chiesto un  parere a dei passanti genovesi, molti dei quali, impegnati nelle commissioni mattutine, non si erano accorti della presenza della pietra d’inciampo, in Via Barabino, luogo in cui li abbiamo intervistati.

Una soluzione per mantenere viva la memoria?

Basterebbe renderle note ai pedoni e creare un passaparola di testimonianza per rendere omaggio alle pietre d’inciampo ed ai nomi incisi sopra.