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“Phormio”, commedia di Terenzio. Recensione di Azzurra Ridolfo

“Formione” è una commedia in  quattro atti, scritta da Terenzio intorno al II secolo a. C. La vicenda narra di due giovani cugini, Antifone e Fedria, che alla partenza dei loro due padri vengono lasciati in custodia a Geta, servo di famiglia.
Durante questo periodo entrambi si innamorano di due ragazze rispettivamente di Fanio e Panfila, l’una libera e l’altra schiava. Antifone intenzionato a sposare Fanio senza aspettare il ritorno del padre mette in atto un piano elaborato da Formione, loro amico, Geta e Fedria, secondo cui portando in tribunale la ragazza, che da poco aveva perso la madre spacciando
Antifone per parente stretto di Fanio secondo le leggi Ateniesi lui doveva prenderla
in moglie, quindi i due si sposarono.
Al suo ritorno Demifone, padre di Antifone non fu affatto contento del matrimonio del figlio e per placare la sua ira Geta, Fedria e Formione provarono a convincerlo della legittimità del matrimonio tramite i loro discorsi. Demifone consultò i suoi amici, decise di aspettare il ritorno di suo fratello Cremete, padre di Fedria, e di sentire il suo parere prima di prendere una decisione sul da farsi.
Intanto Fedria cerca di liberare l’amata Panfila dal suo protettore Dorione che però ha già fatto accordi con qualcuno per venderla. L’unico modo per cui Fedria potesse averla era quello di portare 30 mine a Dorione prima che lui la vendesse all’altro acquirente.
Per trovare questi soldi Formione e Geta pensarono di ingannare i due padri dei ragazzi per ora intenzionati a liberarsi di Fania. E quindi Formione si offrì di prendere in moglie la ragazza in cambio di 30 mine. I due lo pagarono e solo dopo Cremete scoprì che Fania era la figlia della moglie che lui aveva a Lemno, la promessa sposa di Antifone, a questo punto Formione diede le trenta mine a Fedria che riuscì a liberare Panfila e prenderla con sé mentre Demifone e Cremete cercarono di recuperare le trenta mine che ormai erano già state spese quindi Formione per cavarsela raccontò
del tradimento di Cremete alla sua moglie di Atene Nausistrata che profondamente delusa dal marito invita Formione a cena in segno di gratitudine e appoggia tutte le scelte del figlio Fedria permettendogli così di sposare Panfila.
I personaggi sono Demifone, Cremete, Formione, Nausistrata, Fedria, Antifone, Geta, Cratino, Egione, Critone, Dorione, Panfila, Fanio.
Demifone è il padre di Antifone e il fratello di Cremete, amico di Cratino, Egione e Critone, dimostra di non presentare alcun interesse nel volere del figlio decidendo per lui ciò che era giusto senza consultarlo.

Cremete è il padre di Fedria e di Fanio, fratello di Demifone e marito di Nausistrata e della moglie a Lemno. Cerca in tutti i modi di aiutare il fratello più per la sua immagine che per altro ha tradito la moglie e anche lui cerca di ostacolare le volontà del figlio.
Formione, amico di Fedria, Antifone e Geta cerca di aiutare i ragazzi a compiere le loro volontà con la sua furbizia, conoscenza e eloquenza. Alla fine compiendo buone azioni ottiene una cena.
Nausistrata è la moglie di Atene di Cremete, è una donna intelligente e capace che viene ingannata ingiustamente dal marito che ha un’altra moglie e una figlia e sperpera l’eredità della sua famiglia.
Fedria, figlio di Cremete, innamorato di Panfila, una flautista, aiuta senza pensarci il cugino Antifone anche se poi finisce per provare una leggera invidia nei suoi confronti perché il cugino aveva ottenuto in moglie Fanio una ragazza libera mentre la sua amata era una serva e questo complicava le cose.
Antifone figlio di Demifone, innamorato di Fanio, la sposa di nascosto al padre disubbidendogli e affida la risoluzione della sua azione ai suoi amici e al servo.
Geta, il servo di Demifone a cui vengono assegnati i ragazzi, li aiuta pur sapendo delle punizioni a cui potrebbe andare incontro e non li abbandona. Dorione è il protettore, lenone se vogliamo usare i tipi plautini, che nonostante la sua crudeltà concede comunque a Fedria una piccola possibilità di prendere Panfila in moglie.
La vicenda si svolge ad Atene, quindi ha ambientazione greca. Iniziando a leggere la commedia si distingue subito il classico prologo Terenziano dove egli si difende dalle accuse del poeta vecchio che lo critica. Il linguaggio usato è quasi per nulla volgare e la commedia evidenzia i sentimenti che provano i personaggi a discapito del far ridere. E verso la fine vediamo una critica nei confronti del pater familias tramite la voce di Nausistrata, infatti si critica come il pater familias giudichi ciò che è giusto per i propri figli nonostante le azioni da loro fatte siano immorali, Cremete critica Fedria per essersi innamorato di una ragazza quando lui aveva due mogli e due figli di madri diverse.
Questa commedia mi è piaciuta molto, era scorrevole e gli inganni e trucchetti architettati da Formione e Geta erano molto intelligenti e ben strutturati. Soprattutto complessivamente questa commedia mi è sembrata come un tentativo di ribellione dalle vecchie tradizioni romane in favore di una maggiore umanità delle persone.

Azzurra Ridolfo, III I