Abbiamo il potere di cambiare il futuro

“Abbiamo il potere di cambiare il futuro, ma solo se saremo all’altezza di questo appuntamento”. Come avvertì Martin Luther King, si può arrivare troppo tardi. E noi ci siamo quasi: siamo l’ultima generazione che  può fare qualcosa.” Lo ha detto l’ex Presidente degli Stati Uniti d’America Barack Obama a una Conferenza di Parigi. È una storica ammissione di colpa dei Paesi industrializzati, ma anche una drammatica testimonianza di consapevolezza sull’urgenza di affrontare con decisione il problema: “Siamo l’ultima generazione che può fare qualcosa”. Poi ha aggiunto:”gli ultimi 20 anni sono stati i più caldi della storia da quando registriamo le temperature. Ho visto con i miei occhi in Alaska il mare che inghiotte villaggi, la tundra che brucia, i ghiacciai che si sciolgono. È un’anticipazione del futuro che prepariamo ai nostri figli: nazioni sommerse, città abbandonate, campi che non danno più raccolti, nuove guerre e fiumane di profughi disperati.” Rispetto anche solo a un decennio fa, la novità è tutta qui: il riscaldamento globale, i cambiamenti climatici, l’effetto serra provocato dalle emissioni di anidride carbonica, non sono più ipotesi scientifiche, ma un’evidenza sotto gli occhi di tutti. L’accumulo di anidride carbonica nell’atmosfera è legato al consumo dei combustibili fossili per la produzione industriale, per la produzione di energia, per i trasporti e per il riscaldamento domestico. Diversi studi scientifici affermano che se la temperatura media del pianeta Terra crescerà più di 2°C si verificheranno mutamenti climatici profondi, pericolosi e irreversibili. Prevedono che, se non si interviene in nessun modo, la temperatura media aumenterà di 4,5°C e questo sarebbe una catastrofe. Se le nazioni del mondo continueranno con le attuali politiche, si avrà un aumento di 3,6 °C; altra ipotesi catastrofica. Il paese che inquina di più è la Cina. Succede perché utilizza spesso delle tecnologie obsolete, ma anche perché ormai è diventata la fabbrica del mondo, cioè produce molte merci per l’Occidente industrializzato, che ha delocalizzato qui le proprie fabbriche. Se però si rapportano i livelli di inquinamento al numero degli abitanti, il primato ritorna agli Stati Uniti e all’Europa, che sono i più grandi divoratori di energia del pianeta. Non bisogna dimenticare, inoltre,  che questi Paesi sono storicamente responsabili del fenomeno, perché inquinano da oltre due secoli.

Egoisticamente, come ho già spiegato, l’uomo esercita un’influenza negativa sul clima e sulla variazione della temperatura terrestre e dovremo aspettarci enormi conseguenze disastrose, alcune delle quali  stanno già avvenendo come lo scioglimento delle calotte polari, l’aumento del livello dei mari fino ad arrivare pian piano all’estinzione della razza umana.

In un celebre dialogo scritto da Leopardi in cui troviamo come protagonisti un folletto e uno gnomo, l’autore affronta con tocco comico e ironico proprio l’estinzione del genere umano. Leopardi ironizza sulla folle presunzione che il mondo sia stato creato per gli uomini. Ogni essere vivente, sembra voler dire Leopardi, si atteggia nel mondo in maniera egocentrica e pensa che sia stato creato esclusivamente per la propria specie. Ma quali sono le cause di questa estinzione? Leopardi spiega che gli uomini  si sono estinti perché da una parte alcuni si facevano guerra tra di loro e dall’altra gingillavano e conducevano vite disordinate arrivando a rovinarsi l’ esistenza. Il mondo però procede nonostante l’assenza della stirpe umana. L’uomo ha sempre pensato che l’universo sia di sua “proprietà” ma ora che si è estinto, il tempo non si è fermato perché tutto continua e va avanti proprio come prima.  Leopardi in questo dialogo ha esemplificato in modo pessimistico quello che accadrà nella realtà alle generazioni future. Allora cosa dobbiamo fare per evitare ciò? La responsabilità è dell’uomo e solo noi possiamo risolvere questi problemi; non si può evitare questa spaventosa fine ma possiamo rallentarla iniziando innanzitutto a modificare il modello di sviluppo e gli stili di vita

Ginevra Lombardi III C