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Il calcio, uno sport, un business, un sogno….Sì, ma per pochi!

Il calcio è uno sport di squadra antico quanto la civiltà. Fin dal II secolo a. C. in Cina, un allenamento militare prevedeva di calciare una sorta di palla tra due canne di bambù.
Successivamente in Grecia e, in seguito nell’antica Roma si praticava una forma di calcio a livello di competizione. La patria del calcio moderno fu l’Inghilterra, nato come sport d’élite nel ‘700: veniva praticato esclusivamente dagli studenti più ambienti.

Il fenomeno del calcio si diffuse a macchia d’olio in tutto il mondo, diventando oltre ad uno sport, un’occupazione, un business attorno a cui ruotano ingenti somme di denaro. Oggi, al di là di essere considerato uno sport, il calcio è una professione, un evento mediatico non indifferente, ma soprattuto un business. É un mercato, in cui la merce di scambio sono i calciatori. Stipendi milionari, cifre inimmaginabili per la compravendita dei cosiddetti “fenomeni calcistici”. Oltre alla popolarità, il marketing mondiale eleva i calciatori a veri e propri idoli. Molti giocatori vengono considerati modelli da seguire, il sogno di ogni adolescente che aspira ad ottenere la ricchezza e la fama dei migliori giocatori. È come fare il sei al superenalotto! Un piccolo calciatore sogna di diventare Cristiano Ronaldo o Messi.

Un sogno che, purtroppo, non è alla portata di tutti: la meritocrazia non sempre paga. Nonostante le capacità di un calciatore, per arrivare al top è necessario percorrere strade non accessibili a tutti, ancora, ai giorni nostri, si parla di raccomandazioni o conoscenze, di provini dietro compensi o, ancora peggio, a livelli più alti, di corruzione.

Il calcio è uno sport, ma soprattutto tanto denaro che gira.

Giovanni Lo Monaco, III M