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Cosa devi sapere sulla legge Zan contro la violenza per misoginia, omotransfobia e abilismo

Cos’è la legge Zan e perché ne sentiamo parlare così spesso?

Innazitutto prende il nome dal relatore alla camera Alessandro Zan che ne ha presentato il testo. L’atro elemento importante è che questa legge si collega alla legislazione già presente, la legge Mancino del 1993, che tutela le aggressioni e i crimini d’odio per motivi razziali, etnici, religiosi e nazionali.

Non è presente ad oggi una legge che invece contrasti la discriminazione e la violenza per motivi fondati sul sesso biologico, sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere e sulla disabilità.

Lo scopo della legge Zan è quello di estendere la legge Mancino, includendo anche la misoginia, omotransfobia e abilismo. Il crimine d’odio è un’aggressione nei confronti di un gruppo sociale per le sue caratteristiche, proprie di quelle persone. Le aggressioni contro le persone per il loro orientamento sessuale, identità di genere, disabilità non sono solo una lesione per i diritti umani di quelle persone, ma mina anche al principio di uguaglianza in quanto non saranno mai libere di vivere liberamente come gli altri, perché c’è sempre il pericolo che vengano insultate o aggredite in pubblico.

Questa legge è stata approvata alla Camera a novembre 2020, ma attualmente il disegno di legge è bloccato al Senato, poiché Lega e altre forze di centrodestra, come Fratelli d’Italia e Forza Italia, hanno definito questo provvedimento prioritario non consentendo il passaggio al Senato per l’effettiva approvazione.

Il provvedimento prevede una multa fino a 6000 euro per chi commette discriminazioni e fino a 18 mesi di reclusione, invece per chi commette una violenza una pena fino a 4 anni.

Sui social moltissime persone si sono mobilitate, chi a favore, chi a sfavore. E’ stata creata una petizione chiamata “Dà voce al rispetto” lanciata da uno dei due ragazzi recentemente aggrediti a Roma perchè si stavano baciando, che ha raccolto molte firme e che chiede una calendarizzazione, senza deroghe del testo già approvato dalla Camera.

 

Di Elena Perpenti