Calcio. Storia di un infortunio alla soglia dei mondiali

Era il 24 giugno 1994 e al Giants Stadium di New York si giocava Italia-Norvegia, valida per la qualificazione alla fase finale del mondiale.

L’Italia parte bene, dapprima un tiro di Baggio che sfiora la traversa e poi un colpo di testa di Berti a fil di palo fanno capire che gli azzurri predomineranno sugli avversari. Al 21’ però Leonhardsen si presenta solo davanti a Pagliuca che gli esce incontro, scivolando fuori dall’area e ribattendo, in caduta, con una mano. Per l’arbitro è espulsione diretta. Gli azzurri, quindi, si ritrovarono a giocare, per più di 60 minuti, la partita più importante del girone con un uomo in meno e anche senza il Divin Codino, sostituito per fare entrare Marchegiani, secondo portiere dell’Italia.

La situazione, però, peggiora e al 4’ del secondo tempo, dopo un intervento in scivolata, il capitano, Franco Baresi, si infortuna al ginocchio sinistro, l’Italia aveva perso anche il suo capitano ma nonostante ciò, un gol di Dino Baggio al 69’ sblocca la partita, sarà l’unico di quella partita che finirà sul punteggio di 1-0. Non si esulta però in casa azzurri, l’attenzione è rivolta tutta sull’esito dell’infortunio di Baresi, che non tarda ad arrivare. Il capitano riporta una rottura del menisco sinistro che lo terrebbe fuori dal campo per tutto il mondiale. Baresi, però, non è d’accordo e, dopo una notte dolorante, chiama al telefono il Milan, squadra in cui ha militato dal 1974 al 1997, per il permesso di operarsi direttamente a New York, permesso che ovviamente gli viene concesso. L’operazione va a buon fine, ma i compagni sono sconfortati, al contrario di Baresi che lascia l’ospedale dopo solo una settimana e si presenta sulle sue gambe e senza stampelle nella stanza d’Hotel dove gli azzurri alloggiavano.

La sua dimostrazione di forza spinge anche i suoi compagni che, dopo aver superato i gironi e aver battuto Nigeria, Spagna e Bulgaria nella fase ad eliminazione diretta, arrivano i finale, trascinati anche dal fuoriclasse Roberto Baggio. La finale si gioca il 17 luglio del 1994 nello stadio di Pasadena, il Rose Bowl, con una temperatura che si aggirava intorno i 40°C. Quando le squadre escono dagli spogliatoi, Franco Baresi è in campo con la fascia da capitano al braccio, a soli 24 giorni dal suo infortunio. Gioca una partita da alieno: chiude su tutti i brasiliani, anticipa e dirige la difesa come fosse un maestro d’orchestra. Rimane in campo per tutti i 120 minuti nonostante i crampi e al ginocchio ancora dolorante; tira il rigore che purtroppo sbaglia regalando di fatto la vittoria al Brasile che conquista la loro quarta coppa del mondo. Nonostante la sconfitta in finale, la sua prestazione a sole tre settimane dalla rottura del menisco rimarrà indelebilmente nella storia del calcio.

Daniele Di Salvatore, III I