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Coco Chanel , dall’orfanotrofio all’innovativo mondo della moda

                                   Coco Chanel , dall’orfanotrofio all’innovativo mondo della moda

                                                  Una mente in continua rivoluzione

“Una donna dovrebbe essere due cose: chi e cosa vuole” , affermò così la celebre stilista Gabrielle Bonheur Chanel ,nota come Coco Chanel. Nacque il 18 agosto del 1883, poi un’infanzia molto difficile e turbata la sua, abbandonata da madre e padre, finì in un orfanotrofio, dove a prendersi cura di lei erano delle suore da abiti austeri, bianchi e neri , ma fu proprio dai colori contrastanti e dalla severità che incrementò il suo segno distintivo nella moda. Imparò infatti, a cucire da sola .

All’età di diciotto anni, inizia a lavorare in un caffè, dove fa un’importante incontro: Étienne de Balsan, figlio di imprenditori tessili, il quale diventa ben presto non solo il suo fidanzato , ma anche suo finanziatore. Inizia a creare capelli, i quali entrarono ben presto nei cuori di tante donne. Successivamente si stabilì a Parigi , dove aprì i suoi primi negozi. Allora, la moda era ancora legata ad alcuni concetti ristretti e chiusi, come ad esempio il corsetto, una vera e propria “gabbia”, dove le donne si ci rinchiudevano per una sorta di equilibrio estetico tanto quanto malsano. Così , Chanel, mise in atto il suo spirito rivoluzionario, creando nuovi modelli, aventi come stile quello sportivo, dalle linee semplici e soprattutto concordi con la tendenza salutista d’inizio secolo. Il trittico gonna, pullover e cardigan diventa, così, il primo modello distintivo della moda Chanel, realizzato soprattutto in colori come il grigio, il beige e il blu scuro oltre a, ovviamente, il binomio bianco e nero, carissimo al suo stile. Il suo punto di maggior rilievo, si ebbe particolarmente durate la Prima Guerra Mondiale, dove diede vita alle prime versioni di pantaloni per donna, inesistenti fino ad allora, perché considerati principalmente elemento maschile. Era però un momento in cui bisognava alzarsi le maniche e nella concezione del vestire di Chanel, c’era come non mai il bisogno di praticità. Con lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale,  è costretta a ritirarsi dalle scene della moda, ma solo per un po’. Fece il suo ritorno nel 54’ con il tailleur in maglia, indossato da importanti donne. Si spense all’età di 87 anni.

Da come possiamo vedere da questa breve introduzione, Coco Chanel, ha elaborato un incisivo segno sulla moda , così come sulla figura femminile, dando appunto un vero e proprio senso di femminilità: ha dunque liberato le donne da quei lucubri, lunghi vestiti di retaggio ottocentesco, tolto i corsetti e accorciato le gonne. I suoi capi sono destinati a signore emancipate, coloro che si vestono da sole, senza l’aiuto della servitù, guidano auto ,lavorano, ma soprattutto chiedono più diritti. Attraverso i suoi abiti, dà alle donne una marcia in più, quella di sentirsi “protette”, “sicure”  e sicuramente più forti, aumentando dunque la loro autostima, in modo da esser pronte a combattere contro una società maschilista e ingiusta ;nonostante ciò, ella non si è mai definita femminista. Possiamo definirla come “una mente in continua rivoluzione”; sì, perché oltre al mondo di tessuti e bottoni, è entrata a far parte anche di quello della fragranze: in quest’anno, 2021, infatti si celebrano i cento anni del profumo “Chanel N.5”, impresso nell’immaginario collettivo , grazie alla frase di Marilyn Monroe :” Cosa indosso per dormire? Solo due gocce di Chanel N.5.” Il N. 5 presente sul flacone, è stato scelto, in quanto banalmente rappresentava il quinto tentativo fatto prima di ottenere la famosa fragranza.  D’altronde, come afferma la stilista, “Il profumo è l’invisibile, indimenticabile, ultimo accessorio della moda, quello che preannuncia il tuo arrivo e prolunga la tua partenza” , evidentemente la ‘partenza’ di Coco Chanel dal mondo della moda, a cinquant’anni dalla sua morte, non è ancora avvenuta!

Lasciò comunque un segno indelebile in tutti i campi e nella società; infatti, furono scritti anche dei libri (Karen Carbo, Il mondo di Coco Chanel. Lezione di vita e di stile dalla donna più elegante di sempre, Lindau, 2010 ; Claude Delay, Coco Chanel. Genio, passione, solitudine, Lindau, 2012), per elogiare   la sua figura e far conoscere a tutti la sua professionalità, creatività ,  vita…la sua Storia!

Uno dei primi motivi per i quali Chanel ha suscitato in me particolare interesse è perchè  adoro la moda così come i vestiti (come penso tutti i miei coetanei), sperimentare outfit , arricchirli di accessori, giocare con i colori e saperli abbinare tra loro. Al mondo d’oggi, per noi giovani è fondamentale , se non indispensabile, vestirsi coordinati, nel giusto modo e soprattutto alla MODA! Da un lato è giusto che sia così, ma dall’altro forse siamo troppo attaccati, ossessionati, dallo stile e dal perfetto prototipo di ragazzo/a adolescente; siamo , ahimè, dipendenti dalla figura dell’influencer, indossare gli stessi accessori, capi, solo perché vengono sfoggiati e sponsorizzati da quest’ultimi, famosi, e quindi considerati di tendenza. Ci cimentiamo magari ad acquistare anche vestiti che non ci fanno impazzire o che non ci convincono al 100% , pur di non scomparire agli occhi della società. 

Successivamente, leggendo, approfondendo la sua storia, il mio interesse è andato ad incrementarsi sempre di più. Già di lì, in per sé, non è facile crescere con una certa mentalità, lo è ancor di più se accanto non si ha una figura materna e paterna. Nonostante ciò, lei però ha sviluppato una tale forza e maturità che le hanno permesso di crearsi una vera e propria figura di DONNA! A quell’epoca , poi, la donna era considerata molto inferiore rispetto all’uomo, era sempre un gradino più basso e soprattutto non aveva una concreta libertà. Bene, lei attraverso la moda , il suo stile , è riuscita a far emergere il lato femminile di ogni donna, facendola sentire a proprio agio e indipendente, così come comoda, nell’indossare i pantaloni. 

Bisogna dire però, che , seppur nel ventunesimo secolo, ancora tutt’ora la donna non è del tutto alla stessa pari dell’uomo. Ci sono dunque ancora delle discriminazioni nei suoi confronti. La mentalità della società è ancora legata ad una sorta di “patriarcato”, in alcune situazioni, la donna viene messa in posizioni più basse rispetto all’uomo. Tale affermazione, si può esprimere a pieno pensando alle faccende di casa: solo perché la donna sin dall’antichità si è occupata di lavare, pulire, stirare ,fa “strano” veder un uomo fare tali pulizie. Quello che si deve comprendere è che non c’è una suddivisione di lavori… la donna lavora sia fuori che in casa, l’uomo lo fa solo fuori… ma perché?! Perché non dare una mano?! Non fa mica male e soprattutto ce n’è bisogno. Dovremmo allargare ed estinguere tali concetti, ormai inutili!

 

Carmen Lanzillotti IV A SIA