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Da cosa nasce la violenza contro il genere femminile? – intervista a una studentessa

Da cosa nasce la violenza contro il genere femminile? – intervista a una studentessa

LA DONNA: VIOLENZE E DISCRIMINAZIONI

Intervista a Marika, giovane studentessa che ci aiuterà a focalizzare e dare pareri sul nostro argomento.

J: “Ciao Marika, grazie per aver aderito a questo progetto, aiutaci a focalizzare bene questo fenomeno.”

M: “Ciao, grazie a te. L’argomento “donna”, in tutti i suoi molteplici aspetti, da ragazza-donna in primis, mi è molto caro, e mi fa molto piacere partecipare a questa iniziativa da intervistata. In generale, si può notare come questa tematica sia un oggetto di discussione molto diffuso, ma al contempo trattato in maniera alquanto delicata. Si presta sempre attenzione ai termini da utilizzare, ai concetti da esprimere, alla maniera di approcciarsi a questo discorso, per timore forse di urtare la sensibilità, o sforare i limiti del linguaggio. La figura della donna, nel tempo, ha subito tante discriminazioni, offese, emarginazioni da un punto di vista sociale, privato, lavorativo… Solo negli ultimi tempi le donne sono riuscite ad ottenere dei diritti, dei grandi successi e grandi soddisfazioni, sono riuscite a darsi voce in un mondo in cui le loro urla sembravano sbattere contro le mentalità chiuse di chi, dall’alto, reputandosi superiore, la denigrava. Ancora tutto ciò, però, non basta. La figura femminile non è riuscita ancora, a tutti gli effetti, a farsi rispettare e reputare alle pari del genere maschile. Oggigiorno sentiamo parlare ancora di insulti, ostilità e, ahimè, anche violenza, ma di questo possiamo parlarne approfonditamente nel corso di questa interessante intervista.”

J: “Secondo te si può prevenire la violenza sulle donne? Se si, come?”

M: “La violenza sulle donne è un fattore, purtroppo, molto diffuso nella società odierna. Violenza intesa sia nella sua sfera fisica, sia nella sua sfera “mentale”. Non si ferisce una donna solo con uno schiaffo, ma una delle cose che più può ferire è la parola, che causa profonde ferite che possono rimarginarsi esteriormente, ma che faticano a guarire nel profondo dell’anima. Si dice noi donne siamo dotate di un “sesto senso”, che possiamo definire come la capacità di colorare sin da subito una pagina, un disegno, una storia, apparentemente grigia. A tal proposito, noi donne dovremmo iniziare a prestare più attenzione ad ogni singolo aspetto di un rapporto, di una relazione, e di reagire al primo campanello d’allarme che ci si presenta. Qui entra in gioco la denuncia, si trovare la forza per denunziare chi ci fa del male, perché solo agendo così possiamo prevenire gravi sofferenze, anche se purtroppo, nella maggior parte dei casi, i colpevoli non pagano mai abbastanza.”

J: “A tuo parere da cosa nasce questa violenza contro il genere femminile?”

M: “Sarebbe una bella scoperta venire a conoscenza dei motivi che spingono gli uomini a comportarsi così sgradevolmente e a compiere atti e gesti estremi. Non si potrà mai trovare una risposta logica a questo quesito, che possa avere una motivazione sufficientemente valida, perché non può esistere alcuna ragione a giustificare determinati atteggiamenti. Studio antropologia e più volte mi sono imbattuta in quest’argomento. Secondo un’antropologa l’uomo, dinanzi al potere riproduttivo femminile, si sente come sminuito, inferiore, e ciò lo spinge a voler prevalere e ad imporsi sulla donna stessa come figura dominante, per non rimanere “nell’ombra”.”

J: “È possibile che sia la donna a provocare reazioni violente all’uomo?”

M:” Penso proprio di dover contraddire al massimo il pensiero che anche un minimo atteggiamento di una donna possa causare simili reazioni violente nel suo partner. Non è la gonna un tantino più corta, la scollatura un po’ più accentuata, quel sorriso in più ad un conoscente, a scatenare l’ira dell’uomo. Quanti casi abbiamo sentito di bambine sfruttate, maltrattate e molte volte violentate dai loro stessi padri? Quale atteggiamento hanno mai potuto assumere per meritare un destino così crudele? Nessuna persona può spingere altri a fare del male al prossimo, se non le sesse intenzioni di chi agisce.”

J: “Cosa ne pensi riguardo al fatto che ancora oggi gran parte degli uomini pensi alla donna come “parte debole”?”

M: “Le considerazioni che oggi si hanno della donna credo provengano tutte da ideali diffusi in passato e ricorrono quindi i cosiddetti “stereotipi di genere”. In passato alla donna venivano attribuiti pochi e precisi “compiti”: la procreazione, l’educazione dei figli e il mantenimento della casa; ella veniva esclusi da ogni possibilità di costruire una propria cultura e di farsi strada in un campo sociale, politico o altro.”

J: “Trovi che ci siano differenze tra uomo e donna nel campo del lavoro?”

M: “Il contesto lavorativo è sicuramente uno dei territori in cui la donna deve ancora lottare per innalzare la propria figura. Non possiamo negare l’evidenza della realtà, dunque la tendenza a preferire, per determinati lavori, l’uomo alla donna. Si tende a considerare l’uomo più sicuro, capace, più affidabile forse; tutte capacità che la donna possiede, ma che non tutti hanno compreso. La figura femminile viene considerata più raggirabile, fragile, “delicata”, ma attendo con ansia i tempi in cui queste supposizioni cesseranno d’esistere e si potrà finalmente affermare di avercela fatta, di essere riusciti ad essere considerati a pari merito e non avere più pregiudizi infondati.”

J: “Grazie mille per esserti messa a disposizione e aver contribuito a dare un tuo parere.”

M: “È stato veramente un piacere.”

 

Jessica De Cicco, IV DSA