• Home
  • Blog
  • Articoli
  • SMETTETELA DI DIRCI COSE TIPO “NELLA CRISI EMERGE IL MEGLIO DI NOI”

SMETTETELA DI DIRCI COSE TIPO “NELLA CRISI EMERGE IL MEGLIO DI NOI”

In risposta all’articolo pubblicato sul Corriere della Sera, all’interno della rubrica “ultimo Banco”, di Alessandro D’Avenia. 

 

Dall’articolo di Alessandro D’Avenia “Crisi di nervi”, pubblicato in data 14 Settembre 2020, emerge in modo evidente come le crisi siano rivelazioni dolorose da cui nascono l’inventiva, le scoperte e le grandi strategie. Vengono definite come un male necessario; come una sfida che movimenta la vita. “Nella crisi emerge il meglio di ognuno”

Consideriamo per un attimo il significato della parola crisi. Una crisi è uno stato in cui ci si ritrova principalmente a causa di un improvviso cambiamento all’interno della vita quotidiana del singolo individuo.  Gli effetti che ricadono su di una persona sono più o meno gravi e permanenti. Il decorso di questa crisi può portare alla guarigione e quindi al progresso di noi stessi, d’altro canto non può essere sottovalutata una eventuale influenza negativa che ne potrebbe derivare. 

La crisi dunque ci mette davanti a due possibilità. La prima è la reazione alla monotonia che giornalmente ci si propone, un esempio : non posso andare in palestra; elaboro un programma di esercizi da fare a casa per restare in forma. Winston Churchill disse che il successo non è mai definitivo, il fallimento non è mai fatale; ed è il coraggio di continuare che conta. Alla fine però è pur sempre una rassicurazione morale e psicologica che non un elemento di vera volontà. Si tratta di un concetto alquanto basilare. Si può cadere e rialzarsi, ma a volte si rimane a terra, dipende da cosa si sta perseguendo. In caso contrario, il rischio di rimanere prigionieri della stessa causa della crisi c’è, senza far altro che aggiungere peso a tutto. 

Bisogna imparare che nel corso degli anni l’inaspettato arriva e si ripete. L’idea che tutto fosse stabile era ormai diventata una certezza prima della pandemia. Il COVID-19 ha esasperato tutti creando una crisi di fondo. Siamo uccellini costretti a vivere in una gabbia di vetro, ed è come se questa si ristringesse sempre più. Le restrizioni imposteci sono come un polpo alla gola e affermazioni come “la creatività nasce dall’angoscia” sono frasi da comodo che sminuiscono il problema trattandolo neanche come tale. Avete mai sentito qualcuno dire “se sei senza casa, vai a comprarti una casa” o “se non ci sono soldi per lo Stato, stampateli” ? Perché la percezione che si ha di queste enunciazioni è la stessa. Minimizzare o ignorare il problema non è la soluzione. Siamo solo delle vittime della crisi e in alcuni casi ciò ci rende più saggi, ma la maggior parte delle volte le persone perdono la testa. Cerchiamo tutti una via d’uscita, ma il come ci è sconosciuto. 

L’illuminazione può arrivare da un grande momento di sconforto o di pressione, o che grandi figure di rilievo siano affiorate in momenti simili, eppure sembra che questo concetto sia stato ripetuto e sottolineato così tante volta che si è infiltrato nella nostra concezione di soluzione per “andare avanti”. Ma lo è realmente oppure è soltanto qualcosa che tutti continuano a ripetere?

 

Di Alice Cocchi