Cinecittà: La storia di un cinema italiano

In occasione della ricorrenza dell’inaugurazione della cittadella italiana della produzione cinematografica, che prese il nome di “Cinecittà”, nel 28 aprile 1937, su richiesta di Mussolini, voglio ripercorrere le tappe fondamentali della sua vita a partire dalla sua fondazione, fino ai nostri giorni. Le origini della città vanno rintracciate nella volontà del regime di sfruttare la potente macchina del cinema a scopo propagandistico, ma anche per esaltare il ruolo del contributo dell’Italia nell’arte della pellicola, al fine di porla allo stesso passo delle rivali estere come gli Stati Uniti e l’industria tedesca. La rivalità però, alla vigilia della nascita del cinema italiano, era presente anche all’interno dei confini, in quanto le società torinesi, e la già avviata “Cines” a Roma, si garantivano il monopolio dell’industria cinematografica italiana. Destino volle che i teatri della Cines, allora posseduti da Carlo Roncoroni, venissero distrutti in un gravoso incendio, costringendo Roncoroni a dare il suo consenso all’inizio dei lavori della nuova cittadella sui terreni in suo possesso sulla Tuscolana. Il progetto dello stabilimento fu affidato all’architetto e urbanista Gino Peressutti. Il progetto era molto ambizioso, ma soprattutto doveva rappresentare un inedito nella storia del paese, in quanto costituito di settantatré edifici, tra i quali teatri di posa, laboratori di sviluppo e stampa, una scuola professionale e l’istituto LUCE, distribuiti su un’area di 14 ettari, trasformandolo in uno dei complessi filmografici più grandi d’Europa. L’avvio dei cantieri coincide con la deposizione della prima pietra, il 26 gennaio del 1936, mentre l’inaugurazione risale al 28 aprile 1937. Cinecittà, fino al 1943 , ospitò le riprese della maggior parte dei film italiani, e agli occhi di molti si identificò con il cinema nazionale stesso, nonostante fosse appartenuta ancora a Roncoroni, fino alla sua morte, quando il polo venne definitivamente rilevato dallo Stato. Dopo l’8 settembre del 1943, a seguito dell’occupazione tedesca della Capitale, tutti gli edifici e i teatri della cittadella piombarono nel degrado, a seguito dei continui saccheggi compiuti dagli occupanti. Lo stabilimento, inoltre, nella seconda metà dell’occupazione venne utilizzato come centro di raccolta e prigionia per i civili rastrellati nei dintorni della Capitale. Al termine della guerra, un’opera di ristrutturazione venne avviata dal governo per recuperare le strutture di Cinecittà, e nel 1947 venne girato il primo film del dopoguerra: Cuore, di Duilio Coletti. Nel 1951 venne poi registrata un’altra celebre pellicola, ossia Quo Vadis? , mentre nel 1958 gli Studi ospitarono le riprese di un colossal assoluto, “Ben Hur”, con Charlton Heston. È in questo periodo che Cinecittà conobbe il suo momento di rinascita e riscatto, testimoniato anche dall’ingente moltiplicarsi di opere straniere, tra le quali: “Cleopatra”, nel 1961, interpretato da Elizabeth Taylor e Richard Burton; “Il tormento e l’estasi” del 1964, e “La caduta dell’impero romano” sempre nel 1964. Tra la fine degli anni ‘50 e l’inizio degli anni 60 tornarono a Cinecittà anche molte produzioni italiane: Fellini con “La dolce vita”, nel 1960, Visconti con “Le notti bianche”, del 1957, Dino Risi nel ’61, con “Una vita difficile”. Tra il 1971 ed il 1976 altri famosissimi film vennero realizzati a Cinecittà: da “Roma” e “Amarcord” di Fellini, a “Morte a Venezia” e “Ludwig” di Visconti. Nel 1982 divenne presidente di Cinecittà Antonio Manca, e l’anno successivo, altri capannoni vennero distrutti in un incendio. Negli anni successivi vennero integrati ben 22 teatri , contro i 12 esistenti. Questi interventi hanno attirato inoltre le grandi produzioni straniere: tra i tanti, sono stati girati nella cittadella romana del cinema “Le avventure del barone di Munchausen” di Terry Gilliam nel 1989 e nel 1990 “Il padrino ‒ parte terza” di Francis Ford Coppola; Renny Harlin ha girato “Cliffhanger” nel 1993, Anthony Minghella “Il paziente inglese” nel ’96 ed infine Martin Scorsese “Gangs of New York” nel 2002. Ad oggi negli studi sono stati girati circa 3000 pellicole, rendendo Cinecittà un vero e proprio polo dell’arte cinematografica italiana. Il complesso è inoltre visitabile oggi attraverso il progetto: “Cinecittà si Mostra”, grazie al quale sarà possibile esplorare e recuperare il patrimonio artistico, storico e architettonico di un’impresa che ha segnato la storia del cinema italiano.

Tommaso Romanò 4D cl