Fake social: le verità che non vediamo

di Ottavia Baglieri, 3BCL

In questo periodo di pandemia, l’uso che facciamo dei social media si è rapportato sicuramente in modo diverso con le nostre abitudini quotidiane. Al giorno d’oggi, sono tantissimi gli influencer e le modelle che suggestionano la nostra vita, condizionando i nostri gusti estetici e le nostre scelte.

A chi non è capitato almeno una volta di desiderare un corpo come quello di una modella, la bellezza di un influencer o la sua fama? Quello che non sappiamo, o che non teniamo in considerazione, è che in tempi moderni si può pubblicare sui social qualsiasi foto che è stata “photoshoppata” con successo.

È molto frequente che le influencer vantino un corpo scolpito e di particolare bellezza e, mostrando il loro fisico, creino insicurezze e disagio nei loro followers che, pur di diventare come loro, farebbero di tutto: dalle diete più severe agli allenamenti più pesanti, magari non adatti al loro corpo e al loro metabolismo.

Gli hashtag più frequenti degli ultimi anni riguardano proprio questo: la #bodypositivity che punta all’accettazione di tutti i tipi di corporatura e a farne apprezzare la bellezza. Anche molte modelle sostengono questa campagna, spiegando che in un set fotografico non solo si fa uso abbondante di trucco e creme effetto lifting ma anche che gli scatti vengono migliorati con l’aiuto della tecnologia: regolando luci e colori, infatti, vengono eliminate tutte le imperfezioni della pelle e del corpo.

In soccorso ai followers arrivano anche molte attrici e cantanti che invece sostengono una campagna contro i filtri e il photoshop dei post Instagram delle celebrità (modifiche digitali a corpo, viso e forme); anche su tiktok spopola il trend che consiste nel mostrare le proprie imperfezioni, per aiutare chi sta dall’altra parte a trasformare le proprie insicurezze in punti di forza.

Un altro argomento attualmente trattato sui social (anche se, purtroppo, non quanto la body positivity) è la #toxicpositivity, letteralmente positività tossica, che, per mano degli influencer, insegna ai giovani di oggi che un giorno no non è accettabile in questa vita fatta di selfie sorridenti e sponsorizzati. È un tema che dovrebbe essere trattato con tutti i giovani – e perché no, anche a scuola – per insegnare che non bisogna sentirsi sbagliati per una giornata triste e per normalizzare anche i sentimenti negativi (una volta ogni tanto). L’importante è rialzarsi, non evitare di cadere.