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Femminicidi, un uomo incapace di amare è un uomo incapace di amarsi

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Alla base del femminicidio secondo, me c’è l’incapacità maschile di accettare l’indipendenza delle donne.
Un “compagno” di vita che ammazza, violenta la propria donna, non viene definito compagno, ma assassino. Un uomo che fa ciò, è un uomo che, secondo me, non ha fiducia in se stesso e non rispetta il proprio.
Non essendo una persona leale, pensa che anche la persona che sta al suo fianco potrebbe ingannarlo, non stimarlo.
Questo modo di ragionare, porta l’uomo a sottomettere la donna come se fosse un oggetto, di sua proprietà. Un uomo così è un uomo incapace di amarsi e soprattutto incapace di amare.
L’età media degli uomini che commettono femminicidio è compresa tra i 31 e i 40 anni, seguendo poi dalla fascia 41-50. Le vittime sono generalmente più giovani, l’età media delle vittime in Italia è compresa tra i 18 e i 30 anni.
Le donne hanno dovuto lottare parecchio nel corso del tempo, però pare che le loro lotte siano state vane, infatti, ancora oggi vengono considerate di sesso debole. Questa debolezza fisica, in alcuni punti di vista può essere anche vera (il corpo maschile è più forte del corpo femminile), si è tramutata nel corso del tempo con una forma di sottomissione della donna all’uomo.
Serve un maggiore impegno, una maggiore educazione familiare e scolastica. Serve una formazione culturale per far capire la gravità di quello che si va a compiere.
I motivi che portano le donne a non denunciare le violenze subite, possono essere delle ripercussioni anche dopo le denunce.
Un altro motivo per cui non denunciano le violenze subite è che l’aggressore sia il padre dei propri figli. In molti casi, la donna perdona l’uomo.
Sono poche le donne che sono riuscite a tornare a vivere la propria vita normale. La maggior parte delle donne convivono con un’impronta indelebile.
La mia riflessione, ad oggi, è che non si deve assolutamente avere tolleranza in questi casi, non si devono mettere da parte nessun gesto, nessuna parola. Dobbiamo renderci conto che la violenza contro le donne è ovunque, a volte, si manifesta sotto diverse forme e spesso non evidenti. Possiamo considerarla una guerra da combattere con lo stesso impegno di ogni altra cosa, ma con diverse strategie.
Il mio pensiero è, se nel mondo non ci sarà più violenza, vivremo una vita migliore con meno guerre.
 
Rebecca Gualtieri, IV B SIA