Molestie per strada, quello che vivono le ragazze

Oggi voglio raccontare ciò che è successo ad una mia amica e far capire quanto il corpo di una donna possa essere strumentalizzato.

La mia amica abita in un paesino dove si conoscono tutti e dove si sente sicura di poter girare indisturbata. Ma un giorno si trovava con alcune sue amiche a fare delle faccende ed un signore rumeno risiedente nello stesso comune si è permesso di avvicinarsi e parlare di cose poco adeguate, palpeggiandole il sedere.

Lei e le altre due ragazze con cui si trovava, stavano andando ad un Tabacchi e lì, hanno trovato il tipo in questione che conoscono di vista. La mia amica ha aspettato fuori dalla porta il suo turno , e le sue amiche erano sul marciapiede ad aspettarla. Inizialmente, quel signore si è avvicinato alla mia amica e con la scusa di prenderle il cellulare che aveva nella tasca posteriore dei pantaloni, le ha messo le mani addosso. Lei si è allontanata e quando è entrata nel negozio, l’uomo si è avvicinato alle altre due iniziando una conversazione sull’emergenza Covid e su quanto desiderasse crearsi una famiglia, magari con una bella signorina. Quando la mia amica esce dal Tabacchi e raggiungendo le altre due, fanno per andare via, lui  la saluta palpandole il sedere e andandosene. La mia amica è rimasta pietrificata. Non ha reagito perché questa cosa sul momento l’ha molto turbata. Tutte e tre sono corse via. Quel pomeriggio ne hanno parlato con il sindaco del paese e con i loro genitori, ma anche con i loro amici. E ciò che hanno detto i loro amici, fa capire quanto dei ragazzini di 16-17-18 anni vedano una donna come un oggetto. Perché dico questo? La loro risposta è stata  che con un fisico come quello della mia amica, chi non vorrebbe toccarla, che loro si sarebbero comportati allo stesso modo dell’uomo e che la mia amica, anche con un pantalone e una maglia,  è provocante, per le sue forme.

Io sono una donna e capisco quanto tutto questo faccia male, il nostro corpo non è un oggetto, le nostre forme non sono una scusa per poter fare cio che vuoi, il modo di vestire di una donna non è ricerca di approvazione. Noi, come gli uomini, dobbiamo essere libere di poter stare in mezzo alle persone, senza sentirci sempre osservate o con la paura che qualcuno possa comportarsi in modo inadeguato o violento. Meritiamo rispetto e siamo molto di più di quello che è il nostro corpo.

Ritornando a ciò che è successo alla mia amica, il giorno seguente le ragazze vengono chiamate dalla marescialla del paese, a sua volta avvisata dal sindaco, per poter parlare dell’accaduto. Le ragazze hanno raccontato tutto ciò che era accaduto, ma hanno deciso di non denunciare, anche se stiamo parlando di molestie. Hanno deciso di non farlo perché quando erano più piccole è successo un episodio del genere con il loro professore e non vogliono affrontare un nuovo processo.

Il molestatore è stato avvisato dai consiglieri comunali, dai carabinieri stessi e verrà tenuto sotto controllo. La mia amica e le altre ragazze stanno bene, sono turbate ed infastidite, non vogliono più avere paura, vogliono essere libere.

Con quest’episodio, vorrei fare capire come i ragazzi, gli adulti del futuro, guardino al corpo di una donna e lo commentino, senza minimamente tener conto della persona. La colpa non è sicuramente solo loro, ma della società che ha sempre imposto canoni di bellezza, tipi di fisico. La donna deve avere gambe lunghe, pancia piatta bel seno e bel sedere, questi sono gli stardand che la società ci impone.

Francesca Calabrese, IV B SIA