Ddl Zan: la necessità di una svolta

Nelle ultime settimane si sta parlando sempre di più del Ddl Zan, legge bloccata in Senato che sta spopolando anche sui Social Network, grazie alla campagna solidale intrapresa da personaggi del web e artisti, anche in seguito a ciò che è successo ad una 22enne fiorentina. Malika Chalhy, residente a Castelfiorentino, ad appena 30 Km da Firenze, viene sbattuta di casa dai propri genitori solo per la propria omosessualità. Sicuramente, la cronaca ha incuriosito tante persone proprio per l’indecenza del fatto stesso, che però non consiste solo nello sbattere fuori casa una figlia, ma anche nell’insultarla (”sei uno schifo”), minacciandola di morte (”se ti vedo ti ammazzo”) e sostituendo la serratura, confermando il disconoscimento della figlia da parte dei suoi genitori. Il disegno di legge in attesa di essere ancora approvato o rigettato, quello appunto del Ddl Zan, che prende nome dal suo relatore, Alessandro Zan, sarebbe in grado di punire violenze ma anche discriminazioni per orientamento sessuale, identità di genere e abilismo. Un atto di civiltà quello di approvare questa legge, eppure, nonostante siano anni che l’Italia ne chieda l’introduzione, ancora ad oggi, nel 2021, ci sono divisioni sia politiche che religiose. Dunque, sembrerebbe essere ancora in salita la strada verso l’ufficialità e l’approvazione ma per il momento la possibilità c’è e, in realtà, è più probabile che la respinta del Senato. In una società come la nostra, basata sul principio d’uguaglianza e sulla democrazia, non ci dovrebbe essere bisogno di stipulare una legge in grado di punire severamente chi viola determinati principi umani. Fare violenze di ogni tipo, che siano fisiche o psicologiche, è moralmente antietico e dimostra quanto il paese ”moderno” in cui crediamo di vivere in realtà sia primitivo, vecchio, destinato a morire. Bisogna chiedersi dunque quali sono i motivi della nostra limitatezza e perché alcuni paesi europei riescono a convivere serenamente con tutti approvando anche proposte che in Italia nemmeno vengono paventate? Perché, poi, un omosessuale non si può sentire tutelato e accettato a casa sua, nel 2021? Le risposte probabilmente si trovano tutte in una parola: mentalità. La nostra mentalità è una di quelle chiuse, basata su punti di vista ormai superati. L’omotransfobia è un grande problema per il nostro quotidiano e per il nostro Paese. È un problema che persiste nelle nostre cronache e che ha bisogno di essere risolto. Sicuramente, formare questa legge potrebbe servire a ridurre discriminazioni, eppure anche alcuni omosessuali ne sono contrari. Giuseppe Coruzzi, detto Mauro, in arte Platinette, ha affermato che il Ddl Zan potrebbe essere un mezzo di ulteriori discriminazioni, capace di rendere queste persone degli emarginati, ancora di più rispetto a quello che già sono. Inoltre, ha continuato dicendo che la legge non riesce ad educare le persone, esistono leggi contro chi uccide, contro chi ruba, eppure c’è gente che continua a non badare né a leggi né a pene. L’obbiettivo primario non è quindi quello di aggiungere un’altra legge da non rispettare, sarebbe più efficiente che l’etica fosse modificata, che i comportamenti di alcuni smettessero di essere così spigolosi verso altri generi di persone. Bisognerebbe sradicare alcune ideologie, eliminare alcuni modi di fare, di dire. Come si riesce in questo scopo? Ci vuole tempo. Ci vuole qualcuno in grado di tutelare le persone e i loro diritti, ci vuole il cuore e la testa, bisogna mettere da parte odio e accettare tutti per le persone che sono o almeno rispettarle convivendoci. Ci vuole una svolta, l’Italia ha bisogno di una pagina bianca.

Eleonora Penna 4C