Graffiti nel mio quartiere: Migrants murales

Un artista di strada di nome Kobra mi ha colpito davvero tanto con alcuni dei suoi meravigliosi murales che possiamo trovare in giro per Roma e da altre parti del mondo.

Edoardo Kobra, nato il 1° gennaio del 1975 a Sao Paolo in Brasile, è uno street artist molto rivoluzionario e moderno. Sin da piccolo aveva la passione per i graffiti, ma dal 1987 viene riconosciuto il suo talento artistico e da allora non si è più fermato fino a diventare un artista conosciuto e richiesto in tutto il mondo. Combinazioni di tecniche diverse come la pittura coi pennelli, l’aerografo e gli spray rendono le sue opere maestose e fuori da ogni schema: strade, muri, facciate intere, tutto è utile allo scopo di Kobra. La sua pittura si distingue per il tratto cromatico e per le dimensioni a volte esagerate.

Lo scopo di Kobra è di trasmettere emozioni nei quartieri popolari e di diffondere il messaggio che tutti sono uguali e hanno gli stessi diritti.

Mi piace molto il fatto che l’artista usa tanti colori diversi che mi ricordano le bandiere e quindi anche tante diverse popolazioni. I suoi ultimi lavori rappresentano persone famose dipinte con tanti colori, ma quelli che mi colpiscono molto sono quelli sui migranti. Mi ha sempre colpito la storia delle diverse popolazioni del mondo e secondo me questo è un modo molto carino di raccontare le culture e le storie di chi lascia il suo paese e va a cercare una vita migliore altrove.

Questo invece è il volto di Malala Yousafzai (attivista pakistana nonché la più giovane vincitrice del Premio Nobel per la pace) in un gigantesco murale (lungo circa 20 metri) sulla facciata del MAAM, il Museo dell’Altro e Dell’Altrove di Roma

A Roma ci sono alcuni graffiti, suoi o molto simili ai suoi, fatti da altri artisti meno conosciuti, ma che sono davvero belli.

Mi piace molto il suo metodo di usare gli stencil e tanti colori. Sono felice che nel mondo, soprattutto in questa città, nel mio quartiere, usino l’arte per farci riflettere sulla situazione dei migranti e per farci capire che nel mondo oltre a noi esistono gli altri.

Alessandro Di Leone I H