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She-ra e le principesse guerriere: l’importanza della rappresentazione

She-ra e le principesse guerriere (in inglese She-ra and the princesses of power) è una serie animata statunitense. Il primo episodio è uscito su Netflix il 13 novembre del 2018, e la serie è terminata il 15 maggio del 2020, con un totale di 52 episodi dalla durata media di 24 minuti ciascuno, suddivisi in cinque stagioni. Ideata da Noelle Stevenson, la serie è un reboot della serie omonima trasmessa tra il 1985 e il 1987. La serie ruota intorno alla storia di Adora, protagonista della serie, la quale in seguito al ritrovamento di una spada magica scopre di essere la reincarnazione di un’antica eroina, She-ra, oramai scomparsa da oltre un millennio. Essendo venuta a conoscenza di ciò, Adora sceglie di utilizzare questo suo potere per cercare di salvare il pianeta, Etheria, separandosi dalla sua migliore amica Catra, con la quale era cresciuta. Le due si ritroveranno a far parte di due fazioni diverse, costrette a combattere l’una contro l’altra. La trama, molto avvincente, è troppo lunga per essere riassunta in qualche riga. Inoltre, nonostante la storia sia molto interessante, e a mio parere senza punti “morti” nella narrazione, non è il tema sul quale mi vorrei concentrare. Infatti, il punto forte della serie, non è tanto la storia di per sé, ma l’enorme rappresentazione che questa serie ci offre. Innanzitutto, abbiamo una vastissima quantità di personaggi che fanno parte della comunità LGBTQ (personaggi confermati dagli autori), vari personaggi di colore (come ad esempio uno dei protagonisti e i suoi due papà) e, cosa molto importante, i personaggi vengono rappresentati con corpi realistici, al contrario di molte serie per bambini e ragazzi, come ad esempio le Winx, i cui corpi non sono affatto realistici, creando un ideale di bellezza irraggiungibile e non sano. E non solo abbiamo molti personaggi LGBTQ, ma essi non sono, come succede quasi sempre, ridotti al classico personaggio secondario il cui unico aspetto che viene mostrato è l’essere omosessuale. Le due protagoniste infatti sono entrambe gay e sarà proprio il loro amore a riuscire a salvare il mondo. Un classico clichè, su questo siamo d’accordo, ma che era ed è ancora oggi quasi sempre riservato a coppie etero. Alla coppia principale se ne aggiungono altre coppie gay, secondarie ma non meno importanti. Questa serie è perciò il perfetto esempio di una corretta rappresentazione all’interno di uno show il cui pubblico è formato da bambini e ragazzi. Certo, non vengo rappresentate tutte le varie difficoltà che derivano dal far parte della comunità LGBTQ o dall’essere persone di colore, ma questo non perché siano state sottovalutate o prese alla leggera, ma perché questa serie è indirizzata principalmente ai bambini e perciò vengono mostrate solamente gli aspetti positivi, tralasciando momentaneamente l’enorme discriminazione alla quale ancora oggi si va incontro. In conclusione, She-ra e le principesse guerriere è una serie che merita di essere guardata, indipendentemente dall’età che si ha, ed è un perfetto esempio di corretta rappresentazione sia della comunità LGBTQ, tramite i quali si va inoltre a superare gli stereotipi di ogni orientamento sessuale, ma non solo.

Margherita Crucitti 4D