Che cosa significa “educare”

Un uomo vide un bagliore di luce e accendersi una fiamma, inconsapevole che sarà la scintilla per la sopravvivenza di quella specie.

Egli incominciò a rappresentare ogni evento naturale e atmosferici ad una figura, superiore all’ uomo che comandava tutto ciò che lo circonda.

Nella Sacra valle degli inca una famiglia, che noi chiameremo erroneamente “primitiva”, sta per addentrarsi nella pianura per una battuta di caccia; dopo ore e qualche puntura di insetti che noi non conosciamo, vediamo un alpaca in lontananza, il padre famiglia con il suo arco in legno a intrecci di vegetazione, una freccia di un materiale naturale molto resistente e flessibile, ed una roccia affusolata legata con steppa di festuca, scoccò e l’animale fu colpito sul ventre.

Tornato all’abitazione lui e suo figlio incominciarono a danzare, donando parte della carne al Dio della terra seppellendolo, il ragazzo era molto emozionato e felice. All’ora di pranzo la zuppa venne alzata dal padre famiglia e rivolgendosi verso le montagne ringraziò le divinità del cibo che aveva a disposizione.

Affascinato da questi riti mi inginocchiai e incominciai a mangiare.

È spettacolare come una famiglia dei giorni oggi faccia riferimento a delle divinità, raccontando miti e ringraziando le divinità per i fatti quotidiani, e come riescano ad educare i propri figli facendo vivergli esperienze sul campo in modo attivo.

In Europa le ultime lezione giornaliere, al fine dell’educazione dell’individuo, risalgono all’epoca classica greca di Atene e di Sparta. Nella prima polis dominava la filosofia e la democrazia, vi erano Socrate e i Sofisti che insegnavano attuando il metodo della paideia (riferendosi non solo all’istruzione scolastica dei fanciulli, ma anche al loro sviluppo etico e spirituale al fine di renderli cittadini perfetti e completi, una forma elevata di cultura in grado di guidare il loro inserimento armonico nella società). Riuscivano a far sì che ogni individuo trovasse la propria virtù, cercasse la verità, e si sapesse muovere liberamente attraverso i propri ideali grazie ad una continua ricerca.

Mentre a Sparta i padri famiglia educavano i propri figli all’ arte della guerra, solo la forza e l’intelligenza facevano un nobile e poderoso guerriero, così incrementavano il racconto di miti dove c’erano delle figure umane divinizzate associate ad un concetto: Zeus/potere, Athena/intelligenza, Afrodite/sessualità, Dioniso/follia…

Oggi la religione si è evoluta, le forme di educazione di istruzione sono cambiate grazie ad un processo storico, politico e sociale durato secoli, ma ciò non giustifica che l’educazione debba passare in secondo piano. Riprendere quella forma d’educazione che i greci chiamavano paideia, ovvero educare gli studenti nel profondo e guidarli nell’inserimento nella società; ma questo ad oggi lo fanno solo quei professori davvero appassionati ed empatici, che sanno tirar fuori il meglio dai propri alunni.

Ma quindi cosa significa educare…

Etimologicamente significa tirare fuori; quindi, la domanda che vi pongo è: sarebbe giusto riprendere in mano, consciamente, il significato della parola EDUCAZIONE, o magari siamo veramente macchine come forse pensa la scuola e la società capitalistica?

Alessandro Pase 3BX