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Anna Bolena. La donna che sfidò le convenzioni sociali, facendosi incoronare regina

Nell’immaginario collettivo, Anna Bolena è ricordata solo per due episodi: il matrimonio con il re d’Inghilterra Enrico VIII, di cui fu la seconda moglie, e la tragica morte risalente al 19 maggio del 1536.

Per conoscere questa figura femminile che appassiona, tutt’ora, molti storici, è necessario andare oltre a quello che è scritto sui manuali di storia.

Anna Bolena era una donna piena di energia e carisma, ma per molti fu solo una manipolatrice che strappò Enrico VIII dal suo matrimonio con la cattolica Caterina d’Aragona. La giovane cortigiana inglese, in realtà, contribuì alla costituzione della Chiesa anglicana. Riuscì ad imporsi in un mondo governato da soli uomini e probabilmente esso fu il motivo della sua condanna a morte, proprio da suo marito con l’accusa di adulterio, incesto e stregoneria. La storia è questa, come la conosciamo tutti: Enrico VIII, ormai preso di Jane Saymour decise di liberarsi della moglie mandandola al patibolo. Ma quello che si chiedono in molti è davvero un uomo che aveva decine di amanti, tra cui la sorella di Anna, Maria Bolena, aveva necessità di uccidere la sua consorte per vivere questa relazione extraconiugale? Probabilmente quello che spaventò il re fu l’insofferenza nei confronti di questa donna così tenace, quella che pretendeva di partecipare alla vita politica del Paese, che si batteva per farsi sentire, per distruggere questi stereotipi tra donna e uomo che tutt’ora fanno parte, purtroppo, delle nostre vite. La storia di Anna, con quella tragica fine e una trama degna di un romanzo coinvolgente, è stata ignorata a lungo dal femminismo moderno che non l’ha considerata come un’icona del suo movimento.

Anna Bolena è stata oscurata dalle dicerie e dalla condanna a morire, ma è stata una donna libera, capace di vincere le sue battaglie. Lei, che fu la prima regina a salire sul patibolo, era completamente diversa da tutte le altre.

Marika De Rose, IV A SIA