Un papà DeeJay – Intervista

Intervista a mio padre sulla sua carriera da DeeJay

 

  1. Potresti raccontarmi la tua infanzia? Che scuole hai frequentato? Che tipo di bambino eri?

 

Sono nato ad Ostia e ho vissuto in un quartiere. Ho frequentato un Istituto Tecnico. Non mi piaceva molto andare a scuola. Vi erano scuole di periferia, dove c’era molta confusione e non riuscivo a concentrarmi, anche perché ero un ragazzo distratto, ma anche timido e spensierato con la passione per la musica dance.

 

  1. Com’è cominciata la tua passione per la musica dance? Chi e cosa ascoltavi?

 

Ho sempre amato la musica, ma, a 13 anni, mi sono appassionato al mondo del deejaying. A quell’età frequentavo un amico al quale piaceva il mixaggio e me ne parlava spesso, finché un giorno, preso dalla curiosità, andai a casa sua, dove ebbi il colpo di fulmine nel vedere gira dischi, mixer e luci da atmosfera. Subito dopo tornai a casa, ed entusiasta, convinsi mio padre a comprarmi il mio primo mixer e giradischi Technics 1200, acquistati con molti sacrifici. Iniziai, quindi da subito a cimentarmi nella tecnica, ascoltando programmi radiofonici come Dimensione Dance di cui registravo diverse cassette. I miei generi musicali preferiti erano: Hip Hop/Funky ed il Pop. Comprai, per primo, il disco dei Duran Duran “Notorious” e poi, in seguito, “La Isla Bonita” di Madonna.

Di pomeriggio, frequentavo locali per ascoltare novità dance e osservavo affascinato, i DJ mentre lavoravano.

Passarono alcuni anni dal mio primo approccio con il giradischi, mi allenai moltissimo, ma continuavo ad essere molto timido. Un giorno, mia sorella Monica, più grande di me di qualche anno, mi portò con sé nella discoteca “Lido” di Fregene e mi presentò in consolle un DJ che, molto carinamente, mi accolse in consolle proponendomi di fare il tecnico delle luci. In seguito, cominciai anche a mettere i miei primi dischi a fine serata. In quell’estate molto bella conobbi anche alcuni artisti della notte.

Come mia sorella Monica, attrice, ebbi anche io l’occasione di lavorare nel mondo del cinema nel film di Federico Fellini “La voce della Luna” con Roberto Benigni e Paolo Villaggio. Interpretai il ruolo del Dj, ovviamente.

 

  1. Quando e come sei entrato nel mondo discografico?
  2.  

Ebbi la mia prima esperienza discografica con G.M. (Musicista e Produttore) con il quale realizzammo 3 Brani in collaborazione con l’etichette Flying Record e Discomagic. Il sogno stava diventando realtà, mi stavo appassionando anche nel creare musica, e non solo proporla. Era un mondo, nuovo pieno di piccole soddisfazioni che abbracciavano anche il mondo del Dj.

Nell’Ottobre 1992, un mio amico DJ, in seguito ad una collaborazione in consolle con P. M., mi presentò i fratelli M. Ci proposero da subito, di produrre musica dance nel loro studio “Gimmik”.

Furono 7 anni di intense esperienze artistiche e formative. Realizzammo molti brani e collaborammo con molte etichette discografiche come: Flying rec., X-Energy, Dig-it, Time rec., Italian Style.

Conobbi molti artisti come: Mike Francis, Amii Stewart, Orlando Johnson, Jamie Dee (Alias Marina Rei), Tiromancino, per i quali programmai il loro album “Rosa Spinto”, Con etichetta Polydor record.

 

  1. Il DJ ed il musicista, in te, come convivono? Cosa emerge dell’uno e dell’altro durante il lavoro?

 

Quello del DJ e del musicista sono ruoli complementari per me: nelle produzioni dance il Dj è fondamentale per curare la stesura ritmica e la scelta del suono, ed il musicista deve trasmettere con le sue armonie e con i suoi accordi la magia. In un buon team dance ci deve essere un musicista. Questo aspetto accompagna sempre il mio Dj set.

 

  1. A quali delle tue produzioni ti senti più legato? Come sono nate e come si sono realizzate?

 

Decisamente alle produzioni dell’artista Jamie Dee, in particolare ai brani “Dreaming Blue”,

e “So Good”, estratte dall’album “Don’t be shy”, (composto da Frank Minoia, all’epoca produttore di Joy Salinas), e remixate dal nostro team in versione dance.

Sono legato a questi due brani perché ci hanno regalato molte soddisfazioni offrendoci dei posti in classifica in molti paesi, inoltre le melodie sono brillanti e mi trasmettono delle belle emozioni.

 

  1. Chi sono i tuoi personaggi di riferimento, le tue aspirazioni e gli esempi che hai seguito per diventare e consolidare la tua professionalità?

 

Avendo sempre ascoltato molti generi musicali, tra cui la Disco Music, senza dubbio, seguivo gli artisti degli ultimi anni del 70, come gli Abba, Delegation, Kool and the gang, ma anche gli artisti dance italiani, tra cui Gazebo, Gary low e Jovanotti. La musica e le melodie di quegli anni secondo me, non sono paragonabili a quelle odierne.

 

  1. Dovessi insegnare l’arte ed il mestiere del dj, quali sarebbero le materie e cosa sarebbe fondamentale apprendere nella formazione?

 

Mi è stato proposto spesso di insegnare questo lavoro, ma non ho mai avuto il tempo necessario per poterlo fare.

Se un giorno mi capiterà di farlo, sicuramente insegnerò ad essere prima di apparire, a studiare bene la pista, ad usare un giradischi. Naturalmente bisognerebbe completare il tutto con la conoscenza della storia della musica, che a parer mio è basilare per chiunque.

 

  1. Eleggeresti i dischi più importanti fra quelli usciti e quelli che passeranno alla storia?

 

Nell’ultimo decennio, come per la moda, anche per la musica c’è stata un’influenza sui gusti musicali che hanno ridato vita a melodie che ebbero successo negli anni precedenti.

Personalmente, monitorando le varie classifiche, se dovessi stilare una raccolta di brani o artisti degni di revival citerei: David Guetta con Titanic, Shakira con Waka Waka, Bruno Mars, Ariana Grande, Katy Perry, The Weeknd, Billie Eilish, Ed Sheraan, Drake, Luis Fonsi con il brano Despacito.

 – Gioia