Nonostante da secoli si accetti con una certa serenità l’esistenza e la curabilità del dolore fisico, un destino diverso è toccato al dolore mentale. Ancora oggi infatti il malessere psicologico è considerato uno stigma, anche quando non intacca visibilmente la produttività, la vita sociale e in generale le performance di tutti i giorni. Inoltre problemi come ansia, disturbi del sonno e attacchi di panico sono aumentati durante e a causa del lockdown. Tuttavia si continua ad avere questo rifiuto infondato verso la psicoterapia. Moltissimi temono che rivolgersi a un professionista di questo ambito possa avere ripercussioni sulla propria vita sociale o lavorativa, altri ritengono invece che ad andare da uno psicoterapeuta, psicologo o psichiatra, tocchi solo a chi soffre di disturbi gravi. La verità però è un’altra: alla stregua di quello fisico, il malessere psicologico può riguardare tutti. all’adolescenza, alla legalità, alla prevenzione della violenza e del femminicidio. Come tutti i tabù anche quello sulla salute mentale è difficile da eradicare, anche se nell’arco di trent’anni la situazione è cambiata e per fortuna adesso se ne discute, quantomeno, apertamente. Purtroppo però sulla salute mentale ancora gravano pregiudizi responsabili di una profonda stigmatizzazione dei malati e delle loro famiglie e di barriere, perlopiù mentali, che concretamente ostacolano l’accesso alle cure. Negare a se stessi, prima di tutto, il diritto alle cure e alla salute mentale è quanto di più dannoso possa fare un individuo per il proprio benessere”. Decidere di rivolgersi a un professionista non è mai semplice. Se da una parte sussiste la paura di essere giudicati o di parlarne apertamente con i propri cari, dall’altra non tutti hanno contezza delle proprie sensazioni. Spesso si pensa che parlare con un amico risolva qualsiasi problema, tuttavia ci sono segnali che non vanno sottovalutati. Alcuni tipi di malessere, che rischiano di compromettere la nostra quotidianità e le nostre relazioni, non possono essere liquidati con una chiacchierata e senza l’aiuto di un esperto, il quale rimane l’unico in grado di fornire al paziente competenze e strumenti adeguati. È stato ampiamente dimostrato con esperimenti di laboratorio che la psicoterapia è in grado di promuovere cambiamenti nel modo in cui i neuroni del nostro cervello comunicano tra di loro, sia in termini di quantità di neurotrasmettitori rilasciati sia in termini di network di comunicazione attivati. La psicoterapia, attraverso le sue tecniche, cambia in modo oggettivamente apprezzabile il funzionamento cerebrale, in senso positivo. Ciò che cambia con la psicoterapia non è soltanto l’atteggiamento, il modo di guardare a sé stessi, alla vita, al proprio passato e al proprio futuro, ma anche il substrato cerebrale che ci permette di fare tutte queste cose. Giulia Volponi 4Esc
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