DCA: i mostri invisibili che controllano la nostra mente

La sigla DCA sta per “disturbo comportamentale alimentare”, proprio a significare che qualsiasi problema alimentare nasce da un comportamento sbagliato con il cibo, qualsiasi persona che non vive il momento dei pasti e il rapporto con il cibo con serenità ne soffre. Vi sono diverse forme di disturbi alimentari che sono classificate tra i disturbi mentali ma di solito sono raggruppati in 3 manco gruppi (anche se poi da persona a persona il problema è differente): anoressia, bulimia e “Being eating”, anche chiamato alimentazione incontrollata.

La forma più nota di disturbo alimentare, la prima identificata come entità nosografica autonoma, è l’Anoressia, oggi detta Nervosa, un tempo anche Mentale per sottolinearne la natura essenzialmente psicologica. L’Anoressia è legata primariamente ad un ingiustificato, quanto esasperato, timore di ingrassare e interessa tipicamente il genere femminile. La paura di ingrassare è oggi molto comune, non solo negli adolescenti. I prodotti che promettono di far perdere peso occupano, infatti, uno spazio ragguardevole nella pubblicità, come nelle farmacie. Ciò che contraddistingue la condizione anoressica sono però le modalità particolari con cui il timore di ingrassare si manifesta. La focalizzazione su tutto ciò che riguarda il cibo e l’alimentazione, in tutti i suoi aspetti, diventa pervasiva se soffri di questo disturbo. Nonostante il termine anoressia significhi ‘mancanza di appetito’, in realtà non è così e il termine è improprio anche se ormai si è affermato. Chi ne soffre in effetti dichiara di non avere appetito, ma in realtà combatte contro il desiderio di mangiare.

La Bulimia Nervosa viene riconosciuto dai medici come un disturbo alimentare molto più tardi rispetto all’anoressia. In qualche modo, la bulimia rappresenta una ‘soluzione’ del problema di chi non vuole ingrassare ma non riesce a trattenersi dal mangiare. Se tale soluzione è insoddisfacente per chi la pratica, non lo è per le industrie sia produttrici di prodotti dimagranti che di alimenti ipercalorici: entrambe vengono così remunerate per le somme ingenti che spendono per pubblicizzare i propri prodotti.

Nella bulimia, periodicamente la restrizione alimentare è interrotta da abbuffate. La persona che soffre di bulimia, una volta procuratosi cibo a sufficienza, si lascia andare e ne ingerisce grandi quantità in poco tempo, per lo più in solitudine. L’abbuffata è seguita da forte disagio psicologico, senso di colpa e spesso dalle c.d. ‘condotte di eliminazione’ (tipicamente il vomito, ma anche l’uso lassativi o diuretici, iperattività fisica, ecc.).  Frequentemente, queste ragazze riescono in questo modo a mantenere un peso e un aspetto normali. La pratica del vomito e le condotte di eliminazione sono spesso associate anche all’anoressia, soprattutto nelle forme croniche.

Nel Disturbo da Alimentazione Incontrollata (Binge Eating Disorder) gli eccessi alimentari non sono seguiti da condotte di eliminazione come nella bulimia: l’obesità ne costituisce l’inevitabile conseguenza.  Mentre nella maggior parte dei casi l’abbuffata bulimica è più o meno accuratamente pianificata, in questo disturbo è spesso una situazione propizia, o la semplice consapevolezza della disponibilità di cibo, a rappresentare una tentazione alla quale non si può resistere.

Giulia Volponi 4Esc