Greta, la 15enne che vuole salvare il pianeta

Greta Tintin Eleonora Ernman Thunberg è nata a Stoccolma, il 3 gennaio 2003. La sua mamma è cantante lirica; il papà, attore. Ha la sindrome di Asperger, come ha raccontato lei stessa. È un’attivista svedese per lo sviluppo sostenibile e contro il cambiamento climatico. Quando lei sentì parlare di cambiamento climatico per la prima volta aveva appena 8 anni e la cosa la colpì così tanto che smise di mangiare perdendo 10 chili in due mesi.  A soli 15 anni, dopo un’estate caratterizzata da caldo record, siccità e incendi boschivi, Greta prende definitivamente coscienza dell’emergenza ambientale in cui versa il Pianeta e decide che non può più aspettare che “i grandi” facciano qualcosa. Così il 20 agosto 2018, anziché recarsi a scuola, si presenta davanti al Riksdag, la sede del Parlamento svedese, con un cartello dal messaggio chiaro e forte: Skolstrejk för klimatet, “sciopero scolastico per il pianeta”. La sua assenza scolastica dura fino al 9 settembre, giorno delle elezioni politiche, con la richiesta al governo di adottare serie misure contro il global warming e le emissioni di anidride carbonica.Voleva proprio che il governo svedese riducesse le emissioni di anidride carbonica come previsto dall’accordo di Parigi sul cambiamento climatico ed è rimasta seduta davanti al parlamento svedese ogni giorno durante l’orario scolastico. A seguito delle elezioni, ha continuato a manifestare ogni venerdì, lanciando così il movimento studentesco internazionale Fridays for Future. 

Il suo esempio è stato d’ispirazione per milioni di studenti in tutto il mondo che oggi, grazie al movimento globale “Friday For Future”, si battono con diverse iniziative affinché i governi mantengano l’aumento della temperatura media globale sotto il livello limite 1,5 C rispetto ai livelli preindustriali, in modo da proteggere il futuro.

Greta Thunberg fa parte della generazione Z, e per quanto molti continuino ad attaccarla affermando che questa “ragazzina” venga manovrata, poco importa, perché il suo volto è riuscito a smuovere le acque ai piani alti del nostro pianeta. Perché se all’inizio l’influenza di Greta si limitava alla cerchia familiare (ha convinto i genitori a diventare vegani e a rinunciare all’aereo), un anno dopo possiamo dire che il suo esempio ha valicato ogni confine.Il 18 gennaio migliaia di studenti svizzeri hanno indetto una protesta per il clima. kTra il 15 e il 21 aprile, il movimento Extinction Rebellion ha organizzato a Londra un corteo per chiedere al governo britannico di fare di più per fermare il cambiamento climatico.L’attivista svedese è arrivata anche oltre oceano, con una barca a emissioni zero salpata da Plymouth alla volta di New York per presenziare al Vertice sul Clima delle Nazioni Unite.Ma esattamente per cosa si batte Greta? Per un impegno maggiore rispetto a quello preso nell’Accordo di Parigi, una presa di posizione che tenga seriamente conto di quello che dicono gli scienziati di tutto il mondo.

Questi ultimi prevedono che:

  • La temperatura globale della terra aumenterà nel corso del corrente secolo di almeno 1.8 gradi;
  • Ci sarà un aumento delle precipitazioni dovuto ai livelli superiori di evaporazione;
  • Si scioglierà la neve e il ghiaccio dei poli causando un innalzamento del livello del mare di circa 20/50cm entro il 2100;
  • Aumenterà il livello di acidità degli oceani causando l’estinzione di alcuni organismi della flora e fauna marina;
  • Ci sarà un inasprimento delle condizioni climatiche visibile in più intense precipitazioni, tifoni, uragani e cicloni tropicali;
  • Ci saranno più nuvole che, in alcuni casi, intrappoleranno il calore inasprendo l’effetto serra;
  • Cambierà il ciclo stagionale di crescita naturale delle piante a causa dello sbalzo nei livelli di CO2.

Nel 1992 ci fu un altro caso simile a quello di Greta: la canadese Severn Suzuki, all’età di 12 anni, tenne un discorso a una conferenza ONU sulle questioni ambientali dal punto di vista dei giovani. Il video di quel discorso suscitò grande attenzione in tutto il pianeta.

La cosa più grave e che se Greta, una ragazzina di 15 anni, non si fosse battuta, nessuno se ne sarebbe interessato. “I grandi” hanno sempre avuto altre priorità, non sicuramente quella di salvaguardare il nostro pianeta. Ci chiamano gioventù bruciata per il nostro modo di essere, ma loro non sono migliori di noi, siamo sicuramente una generazione diversa, ma noi ci preoccupiamo molto di più del nostro futuro, del nostro pianeta e di ciò che lasceremo ai nostri figli.

Francesca Calabrese, IV B SIA