Medio Oriente: il patrimonio distrutto dal terrorismo

Il terrorismo ha coronato dagli inizi del duemila tutta l’Europa, invadendola tramite il meschino dei virus, la paura. Nel corso del tempo però, il terrorismo non ha solo bombardato la nostra mente e le nostre città, ma ha distrutto anche i patrimoni artistici del proprio paese di provenienza. Ma perché?

Prendiamo per esempio i Buddha di Bamiyan. Bamiyan (بامیان) è una città in Afghanistan, capoluogo dell’omonimo distretto, conosciuta dal mondo per aver assistito ad una tragedia artistica senza precedenti: la distruzione dei suoi Buddha; due enormi statue scolpite nella roccia oltre 1500 anni fa dai buddisti che abitavano la zona. Tutto accade nel 2001, quando l’area, controllata dai talebani – terroristi islamici iconoclasti – ordinarono la loro distruzione.

I Buddha infatti, erano ritenuti idolatrie di un culto che ovviamente non era musulmano e che quindi era haram (proibito) sotto il loro controllo. Appartenenti al culto buddista della zona, erano stati eretti dai monaci Lokottaravādin, i quali facenti parte della più importante scuola buddista del loro secolo. Ma, nonostante per Lokottaravādin questa potesse essere una forma di idolatria, le statue rappresentavano uomini, non déi. Il vero intento era quindi quello di fare un torto all’Occidente, da loro tanto odiato.

Secondo la France Press, stampa francese, il decreto dichiarò:

«in base al verdetto del clero e alla decisione della Corte Suprema dell’Emirato Islamico, tutte le statue in Afghanistan devono essere distrutte. Tutte le statue del paese devono essere distrutte perché queste statue sono state in passato usate come idoli dagli infedeli. Sono ora onorate e possono tornare a essere idoli in futuro. Solo Allah l’Onnipotente merita di essere adorato, e niente o nessun altro.»

Ci vollero quintali di dinamite per poterli completamente radere al suolo, poiché essi erano sbozzati dalle montagne, con i dettagli in fango e paglia.

Nonostante la completa distruzione, le fattezze sono ancora visibili nelle cavità e dal 2005 restauratori e archeologi da tutto il mondo si stanno impegnando a ricostruirli.

Uno dei buddha nel 1977
Uno dei buddha nel 2005

La terribile tragedia dei Buddha di Bamiyan scosse l’Occidente, ma non solo; essi sono infatti citati nei libri di Khaled Hosseini, scrittore afghano naturalizzato statunitense, autore del famosissimo libro “Il cacciatore di aquiloni”.

Nel mondo Occidentale è normale pensare che i Talebani e altri gruppi come Al-Qaeda o l’ISIS siano andati scemando fino a scomparire, negli anni. Purtroppo, non è così: il 60% del territorio afghano è controllato ancora oggi dai talebani ed è sconsigliatissimo visitare il paese, spostarsi al di fuori delle città o di notte, per via dell’alto rischio di rapimenti, sparatorie o di poter pestare una mina inesplosa. Tutto questo ancora adesso è vissuto dagli afghani tutti i giorni. E, purtroppo, non solo da loro.

Ci spostiamo in Siria, controllata attualmente al 60% dal regime totalitario di Al-Assad e con una piccolissima affluenza terroristica situata principalmente sulle catene montuose.

Nel 2013 fino agli inizi del 2017 però, l’ISIS aveva pieno controllo sopra la maggior parte del territorio Siriano e Iraqueno. Si definiva l’avversario militare di Bashar Al-Assad ed allo stesso voleva formare un califfato che comprendesse Siria, Iraq, Palestina, Libano e Giordania. La capitale dello Stato Islamico era Raqqa e da tutto il mondo arrivavano musulmani indottrinati da fondamentalisti per combattere quella che chiamavano jihad, “guerra santa” contro l’Occidente. Occupando Raqqa, essa non mancò ad esplosioni che distrussero interi palazzi. Gli estremisti abbatterono inoltre i leoni in pietra situati alle porte della città.

Prima di continuare, vorrei ricordare a tutti che la Siria era un tempo casa del popolo assiro e fino al 2015, molte città erano ancora rimaste in piedi. Le più conosciute erano Ebla e Palmira, città assire ridotte a fortezze le cui statue vennero polverizzate con martelli pneumatici e bombe. Palmira fece più rumore di tutte, essendo la culla della cultura assira mescolata con quella romana. In essa erano state infatti trovate tavolette in scrittura assira ed incredibili statue romane, salvate da abilissimi restauratori. La fortezza si trovava in cima alla collina e, nonostante alcune parti siano state completamente rovinate, si è salvata, essendo una perfetta fortezza per i fondamentalisti.

L’Iraq è uno Stato profondamente smembrato, governato da statunitensi, curdi, turcomanni, iraqueni e con zone di insurrezione dell’ISIS (anche qui, prevalentemente montane). Anche esso culla della civiltà assira e indegnamente distrutto dall’ISIS nel 2015. A Ninive per esempio, le statue vennero decapitate; a Nimrud distrussero i martelli intere mura di mattoni ed ad Hatra fecero lo stesso con le particolareggiate porte della città. L’evento che scosse il mondo però avvenne al Museo di Mosul, il quale conteneva opere assire che erano state portate via dalle antichissime città per essere conservate e visitate dai turisti. La fortuna vuole che molte delle opere fossero copie, ma comunque il dolore per quelle che non lo erano rimane.

Tutto questo viene registrato ed esibito all’Occidente come un trofeo d’oro sbattuto in faccia a chi l’ha avuto d’argento. L’ISIS nel corso della sua crescente attività distrugge numerosi patrimoni artistici, così come anche moschee. Il problema quindi non è la religione, come vogliono far credere i fondamentalisti, ma l’odio. Odiando l’Occidente, reclamando lo shock, distruggono il patrimonio della loro terra, insabbiando anni di storia. La rabbia che colpisce questa fetta ammuffita di musulmani è inarrestabile e profondamente cieca. Si tratta di milioni di giovani da tutto il mondo, indottrinati da scuole coraniche o centri di reclutamento per la jihad nascosti sotto la nomina di “gruppi di studio del corano”. La religione non c’entra nulla, il fondamentalismo nasce dall’ignoranza. Perché se Dio esiste, è un Dio buono e compassionevole che giudicherà la nostra vita alla fine, quando moriremo. Questo è il pensiero degli 1,8 miliardi di fedeli che si distaccano da questi regimi di paura ma che continuano ad essere additati come simpatizzanti. Il fondamentalismo nasce dall’ignoranza che si radica dentro di noi grazie ai più furbi che, tramite il carisma, riescono ad inculcarci le loro idee. Il Corano, per esempio, è solamente scritto in arabo. Le traduzioni sono fatte da appassionati, ma per il resto, è completamente in arabo. I Talebani e l’ISIS sfruttano questo a loro favore, essendo che la maggior parte della popolazione o parla un’altra lingua, come nel caso dell’Afghanistan dove si parla pashtun e persiano, o è analfabeta. Sfruttare la religione è un mezzo potentissimo che può generare confusione e tanto, tanto dolore.

Julian Milo Magrelli 3F

SITOGRAFIA:

Buddha di Bamiyan

ISIS

Palmira

Opere distrutte dall’ISIS 1

Opere distrutte dall’ISIS 2