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Intervista a un padre sulla vita in famiglia durante i lockdown

di Federico Cencetti

Quanti siete in casa?

Siamo in quattro io mia moglie e i miei due figli.

Come siete organizzati per le attività lavorative e scolastiche ora che siamo in zona rossa per le restrizioni anti covid-19?

Fondamentalmente io svolgo la mia attività lavorativa in smart working, così come mia moglie; mio figlio che frequenta il liceo fa didattica a distanza, mentre mia figlia fa le lezioni dell’università in modalità remota.

La vostra abitazione è strutturata in modo da poter svolgere le varie attività in ambienti separati?

Purtroppo è questa la nota dolente di questo periodo di restrizioni; infatti la nostra casa ha 2 camere ed un salone oltre a cucina e bagno. Ormai siamo organizzati: i ragazzi sono collegati tramite pc portatili direttamente nelle due stanze mentre io e mia moglie ci dividiamo tra la cucina e il salone.

Ma le vostre aziende vi hanno fornito gli strumenti per svolgere il lavoro da remoto, ovvero lavorate in una postazione ergonomica?

Beh purtroppo devo dire che da questo punto di vista non abbiamo avuto grande aiuto, infatti lavorando davanti al pc per diverse ore continuative seduti su normali sedie che non sono proprio il massimo del confort, cominciamo ad avere problemi alla schiena. Inoltre capita spesso di avere problemi di connessione ad internet visto che siamo collegati in quattro in contemporanea.

Riuscite a conciliare le attività lavorative con quelle domestiche?

Devo dire che il lavoro in smart working ha i suoi pregi e i suoi svantaggi. Lavorare da casa comporta un risparmio di tempo per arrivare sul luogo di lavoro ma anche in termini di natura economica, visto che non usando la macchina ho un chiaro risparmio sul carburante. Lo svantaggio è legato al fatto che proprio perché si lavora da casa non si riesce a staccare in modo netto con le attività lavorative.  Si corre il rischio di lavorare per più di 8 ore al giorno.

Cosa ti manca rispetto alle giornate trascorse presso l’ufficio o sul posto di lavoro?

Sinceramente la cosa che manca di più è il confronto con i colleghi, il rito del caffè al bar dell’ufficio, il pranzo insieme. Anche perché per gli altri aspetti lavorativi siamo organizzati attraverso video conference o chat on line per comunicare.

Quali aspetti hai trovato positivi nello stare a casa durante questo periodo di restrizioni?

Ovviamente di aspetti positivi non ce ne sono molti quando si è costretti alla limitazione della propria libertà, anche se per ovvie ragioni. Comunque devo dire che l’aspetto più piacevole del lockdown lo identifico con lo stare a tavola insieme con i miei cari. Altro punto a favore, devo dire, è quello riguardante il fatto che ho trovato il piacere di vedere la televisione insieme a moglie e figli, magari vedendo qualche film o serie TV da Netflix. Prima ognuno si isolava nella sua confort-zone e non c’era molta condivisione di idee o pensieri.

Pensi che il perdurare delle misure restrittive riguardo alla pandemia possa portare a delle problematiche relazionali e psicologiche soprattutto per i tuoi figli?

Purtroppo è un pensiero che faccio abbastanza spesso. I ragazzi soprattutto in età adolescenziale hanno bisogno del supporto degli uni agli altri e questo può avvenire solo incontrandosi di persona, condividendo le proprie esperienze e i propri punti di vista. Mi ricordo quando avevo l’età dei miei figli quanto fosse gratificante e appagante uscire con gli amici anche solo per fare una passeggiata in centro. Ora il loro luogo di ritrovo principale è il mondo virtuale dei social. Qui i più fragili rischiano di fare brutti incontri che possono turbare o plagiare i ragazzi stessi.

Che augurio vorresti fare ai tuoi figli riguardo il futuro legato alla pandemia del Covid-19?

L’augurio più sincero che posso fare loro è che prima possibile possano riappropriarsi delle loro vite, tornare a fare ciò che facevano prima della pandemia con la consapevolezza maturata circa il rispetto delle regole a cui ci siamo dovuti attenere proprio in questo periodo. Tutto ciò potrà avvenire comunque attraverso lo sforzo di tutti, quindi le istituzioni per la loro parte mettendo a disposizione di tutti la possibilità di vaccinarsi e noi di aderire incondizionatamente al programma vaccinale, poiché solo attraverso il vaccino potremo metterci alle spalle questo periodo destabilizzante che stiamo vivendo.