Qualunque cosa facciamo ci ritorna indietro

Integrazione, rispetto, uguaglianza. Il mondo è da sempre un luogo in cui la consuetudine è il rifiuto della diversità: viene da sempre percepita come una cosa dalla quale bisogna fuggire; la diversità è considerata una cosa di cui bisogna avere paura. È per questo motivo che nel mondo sono sempre ricorrenti le guerre di religione, o conflitti fra etnie differenti che si considerano superiori alle altre, o ancora scontri sociali per la parità di genere… sarà sempre così! Perché finché non si capisce che qualsiasi cosa gettiamo nel mondo ci ritorna indietro, non può esserci progresso e rispetto. I fiori generano fiori, le spine producono spine, così come l’amore genera amore e l’odio produce odio. Per una persona tollerante disposta alla conoscenza -che dunque può essere definita saggia- che vede il mondo con un cuore amorevole, il mondo riversa su di lui amore e tolleranza; per i cuori ricolmi d’odio di persone ignoranti -che non sono aperte ad accogliere la bellezza e la diversità del mondo- dovunque andranno e qualunque cosa facciano vedranno odio e infelicità. Io vorrei raccontare una storia a coloro che vedono il mondo con occhi pieni di paura e odio… Un giorno, un giovane, per la prima volta nella sua vita, andò a fare un’escursione nella foresta vicina al suo villaggio. Il giovane non era tranquillo, era molto inquieto e turbato per la solitudine; Ad un tratto sentì un fruscio tra i cespugli dietro di lui: certamente qualcuno lo seguiva; improvvisamente il ragazzo gridò: <<Chi è là?>>. E le colline replicarono con voce ancora più potente: <<Chi è là?>>. In quel momento il giovane ancora più impaurito sospettava ancora più fermamente che qualcuno si nascondesse dietro di lui. Iniziò a sudare e tremare: il cuore cominciò a battere all’impazzata! Poi si fece coraggio e gridò nuovamente: <<Vigliacco! Fatti vedere!>>. Nello stesso momento giunse l’eco: <<Vigliacco! Fatti vedere!>>. Per l’ultima volta il giovane fece appello a tutto il suo coraggio e urlo: <<Ti ucciderò!>>. E tutta la foresta: <<Ti ucciderò!>>. Il giovane iniziò a correre velocissimo fuggendo dalla foresta per tornare al villaggio, e dietro di lui l’eco dei suoi passi alimentavano sempre più la sua paura che qualcuno lo inseguisse, ma ormai non aveva più il coraggio per voltarsi. Non appena tornò a casa svenne sino al giorno successivo. Il giorno seguente, mentre passeggiava nel villaggio, incontrò un vecchio al quale raccontò la terribile vicenda del giorno precedente: l’anziano scoppiò subito a ridere con una fragorosa risata e disse: <<domani torna nella foresta e dì a quella persona misteriosa ciò che ti dirò di dire: so tutto di quella persona. È un uomo davvero gentile e amorevole!>>. Così il giovane dopo essere tornato nel medesimo luogo disse: <<Amico mio!>> e l’eco echeggiò: <<Amico mio!>>. Questa risposta rassicurò moltissimo il giovane che gridò di nuovo: <<Ti amo!>>, e tutto l’ambiente circostante rispose con la stessa intonazione: <<Ti amo!>>. Questa semplice parabola non è l’esatta rappresentazione della vita? Noi tutti siamo uguali nella foresta del mondo e se procediamo sul cammino della vita avvolti nella paura e nell’odio essi ci ritorneranno indietro; viceversa, intonando l’eco della tolleranza e del rispetto, il mondo si fonderà sui medesimi valori, e diventerà un mondo migliore.

Francesco Scarpino Cheli 2I