La leggenda di Sakura

“Da bambino volevo guarire i ciliegi

quando rossi di frutti li credevo feriti.

La salute per me li aveva lasciati

fiori di neve che avevan perduti.”

Questa una citazione è tratta dalla famosa canzone “Un Medico di Fabrizio De André. In particolare, il musicista accosta il suo infantile ed innocente sogno di diventare dottore ai “frutti rossi” che rappresentano le persone e quindi i pazienti da curare. Col tempo però viene ostacolato e capisce che, purtroppo, è solo un’utopia raggiungere la sua aspirazione. Per questo abbandona la ricerca del suo ideale e si fa trasportare dalla società. Diventa come gli altri. Nonostante le difficoltà, non lascia del tutto ciò che perseguiva fin da bambino e, come dice nella canzone, imbottiglia i fiori di ciliegio in un barattolo di vetro con su inciso Elisir di lunga vita.

Questa citazione metaforica serve per introdurre la storia di oggi dedicata ai Sakura.

Sakura, in giapponese, significa fiori di ciliegio, fiori che adornano molte strade del Giappone e costituiscono un simbolo per la popolazione. C’è una vera e propria leggenda che avvolge i Sakura e questo ci porta indietro di millenni.

Ci troviamo in un periodo in cui la guerra infuriava fuori le porte e lo scempio e la devastazione erano padroni della città. Si narra che un piccolo spazio fosse rimasto immune alle tragedie che inondavano il posto e nessuno osava entrarvi per non contaminare la purezza del luogo. Lì si trovava un albero che non fioriva mai e non poteva godere di una chioma colorata. Un giorno, però, si presentò una Fata dei Boschi che gli diede un’opportunità.

Lui avrebbe potuto, nell’arco di vent’anni, mutare forma, passando da albero ad umano e viceversa. Tutto ciò con lo scopo di sciogliere la maledizione. Magari, provando sentimenti umani, sarebbe riuscito nel suo intento. Le prime volte la città era un insieme di odio e guerra e ciò lo portò per un po’ a non voler abbandonare la sua natura di albero. Un giorno, vagando per le strade con sembianze umane, conobbe una ragazza, Sakura. Si presentò a lei come Yohiro, speranza in giapponese. Da quel momento iniziò un’amicizia e in seguito i due si innamorarono.

Arrivato alla fine dei vent’anni, Yohiro rivelò la sua identità e i suoi sentimenti alla ragazza che rimase scettica sentendo le sue parole.  Convinto di un rifiuto, si allontanò arrancando su per il bosco. Poco dopo Sakura lo raggiunse e diede voce a ciò che provava. In quell’istante ricomparve la Fata dei Boschi che la pose davanti ad una scelta: sarebbe potuta rimanere umana o unirsi a Yohiro permettendogli di fiorire.

In un primo momento lei esitò, ma poi il suo pensiero corse alla guerra e all’odio ed allora scelse la seconda opzione. Da allora, ogni anno, in primavera, i ciliegi fioriscono in ricordo del loro amore.

Giulia Tiranno