Viaggio nella natura

foto di Lorenzo Saraceni

In occasione delle Giornate del Pianeta Terra, gli alunni della 2B del Polo Liceale Mattioli hanno partecipato, il 20 ottobre, ad un’uscita didattica presso la riserva del Bosco di Don Venanzio.
La classe, prima di inoltrarsi in questo magnifico luogo, è stata invitata ad ascoltarne la storia (dall’origine fino ad oggi) e osservarne la vegetazione, gli animali e le diverse caratteristiche.

L’ORIGINE

Il Bosco di Don Venanzio è una Riserva Naturale estesa per circa 8 ettari lungo il fiume Sinello, in territorio di Pollutri (CH). Inizialmente era un’area di caccia della famiglia d’Avalos a cui apparteneva anche il casolare, tutt’oggi ristrutturato, che si può ammirare ancor prima di addentrarsi nel bosco. Successivamente è stato ceduto al Comune di Pollutri da Venanzio Di Virgilio, nel 1986. Il bosco deve il suo aspetto intatto alla sua tutela integrale. Infatti, dal sentiero principale, che segue il fiume, si diramano percorsi attrezzati che consentono di raggiungere, con l’ausilio delle Guide della Riserva, i luoghi più suggestivi.

GLI ABITANTI DI UN BOSCO

Chi è che abita i boschi? Il primo animale in assoluto è il cinghiale. Il cinghiale non è solo quell’animale che causa danni alle campagne, alle macchine e alle persone ma è soprattutto l’animale più cacciato al mondo. Nell’antichità, lo si cacciava per diletto; negli anni ’70, i cacciatori hanno addirittura eliminato l’intera specie del “cinghiale italico”, prima però sterminandone i suoi rivali, i lupi. Dopo queste uccisioni di massa, l’uomo ha pensato bene di creare delle riserve fatte apposta per cacciare, introducendo il cinghiale del Nord Europa che, rispetto a quello italico, ha una massa maggiore e produce non meno di 10 cinghialotti l’anno. Molti problemi, da allora, sono sorti e l’unica soluzione ha implicato una nuova uccisione di massa per introdurre nuovamente l’animale, questa volta Sardo, specie molto vicina al cinghiale Italico.

IL LUPO E LA FAINA

Il lupo è il secondo animale, a livello numerico, sul territorio, ma il primo come predatore. I pastori conoscono bene la disperazione quando trovano le loro pecore sbranate. Il lupo è un animale molto scaltro, un po’ come la faina. Il lupo entra negli ovili, la faina entra nei pollai, ma entrambi questi predatori usano un metodo infallibile per non farsi sentire. Rapidamente, con uno scatto, puntano a mordere la gola del povero animale. In questo modo non svegliano il proprietario che continua a dormire ignaro. Prendono una sola pecora (o gallina in caso della faina) e se la portano via. 

IL CERVO E IL CAPRIOLO

Il Cervo e il Capriolo sono due animali molto simili. Si fa quasi fatica a distinguerli.  Due sono le differenze più importanti: il cervo è di grossa taglia, può arrivare a pesare dai 90kg ai 160kg, il capriolo è un cervide di piccola taglia il cui peso non supera i 40kg. Ma come si fa a distinguere i due a prescindere dal peso? Il cervo e il capriolo sono gli unici animali che “usano” le corna, dette palchi. Il cervo, a differenza del capriolo, ha  palchi più grandi che crescono e cadono ogni anno. Di regola, in un cervo si contano le punte dei palchi per vedere quanti anni ha. A cosa servono i palchi? Servono non solo per lottare con altri maschi ma  soprattutto per mostrare vigore; più i palchi sono grandi più il cervo è maturo, il che significa che è più esperto e dunque non conviene sfidarlo. I palchi servono soprattutto nel periodo degli accoppiamenti, finito questo lasso di tempo cadono. Il capriolo ha i palchi? Il capriolo ha due palchi (piccoli) che possono arrivare ad un massimo di 3 punte. Infatti, in un capriolo l’età si conta guardando l’inizio dei due palchi. Durante la spiegazione sull’utilità dei palchi, noi ragazzi ci siamo divertiti ad osservarli e a passarceli (la guida ne possedeva un paio). 

L’ISTRICE

L’istrice crestato, noto anche come porcospino, è un roditore della famiglia degli istricidi, diffuso in Europa Meridionale e in Africa. E’ un roditore di grandi dimensioni, il più grande roditore Africano e Europeo. Le parti dorsali di questo animale sono ricoperte da lunghe setole nere e bianche, con lunghi aculei nella parte centrale e sulla groppa. Gli aculei presentano anelli bianchi e neri alternati, solitamente 4 o 5, e terminano con una punta bianca. La loro lunghezza è variabile e possono raggiungere i 30 cm sulla groppa. Gli aculei dell’istrice si alzano e si staccano facilmente quando l’animale è o si sente in pericolo. Non dobbiamo confondere l’istrice con il riccio che invece, quando avverte il pericolo, si chiude in se stesso a mo’ di pallina.

LE TRACCE DEGLI ANIMALI

foto di Lorenzo Saraceni

E’ importante riconoscere le tracce degli animali. La guida ci ha invitato ad osservare e a riconoscere impronte, feci, piume o penne (dipende dai rapaci) . Il bello di andare in un bosco non è solo guardare ciò che ci circonda ma è anche imparare a distinguere ciò che osserviamo.

LA VEGETAZIONE DEL BOSCO

La vegetazione si sviluppa su tre terrazze fluviali decrescenti e presenta un aspetto maestoso, con alberi di rare specie igrofile che sfiorano i 30m di altezza. Da segnalare, inoltre, la presenza di specie vegetali tipicamente montane, quali il Bucaneve, l’Anemone Appenninica e l’orchidea purpurea, testimoni dell’arcaico paesaggio forestale italiano e di un’epoca in cui il clima della zona era decisamente diverso dall’attuale. La guida ci ha spiegato che alcuni tratti del bosco sono inaccessibili e vanno resi accessibili.   Il bosco va pulito, va eliminata la tanta edera che continua ad arrampicarsi sugli alberi e che potrebbe causare una rapida propagazione di fiamme, in caso di incendi. Il bosco va curato, va fatta manutenzione. Dobbiamo prenderci cura delle cose che ci circondano, cura dei luoghi che abitiamo. E’ molto  semplice dire “io lascio che il bosco faccia da sé” oppure “tanto ci pensano gli altri”. E’ sbagliatissimo. Bisogna rispettare la natura, ciò che ci circonda, fare del proprio mondo un mondo sostenibile, anche per le generazioni future.

Dopo queste interessanti spiegazioni, gli alunni della 2°B sono riusciti ad inoltrarsi nel bosco. E’ stato entusiasmante osservare le cose spiegate precedentemente dalla guida. Vivere a pochi chilometri da un bosco è un vero privilegio. Dobbiamo esserne fieri e orgogliosi, soprattutto quando troviamo intatto il territorio perché significa che ci sono tante persone che gli dedicano tempo e anima.


di Sharon Anna Rubbi