L’uomo che insegnò a credere nelle fate

La volontà di fare, l’animo di osare.

La citazione che oggi vi proponiamo è stata scritta da Walter Scott, famoso scrittore e poeta ottocentesco, personaggio da cui partiremo per inoltrarci nei luoghi di una Scozia d’altri tempi. Fu proprio Scott, con alcuni dei suoi romanzi, a portar luce su questo posto lontano, e in particolare su Aberfoyle, una cittadina situata a nord di Glasgow. Nel 1815 pubblicò e finanziò un estratto dal nome The secret commonwealth of elves, fauns & fairies, ovvero La repubblica segreta di elfi, fauni e fate, un manoscritto risalente alla fine del XVII secolo andato perduto alla morte dell’autore, un uomo di nome Robert Kirk. 

Kirk era un appassionato d’arte e trasformò questo suo interesse in un vero e proprio mestiere. Grazie ai suoi studi di teologia, divenne reverendo, ma nonostante la sua fede, rimase fermamente convinto dell’esistenza del Piccolo Popolo delle fate, il quale radicava le proprie origini nel mondo celtico. L’obiettivo della stesura di quest’opera era quello di abbattere i pregiudizi della gente e provare l’esistenza di queste piccole creature.

L’insieme delle informazioni sono state da lui raccolte nel sopracitato manoscritto. I cittadini di Aberfoyle non accettarono i comportamenti del reverendo poiché temevano che le fate potessero infuriarsi e vendicarsi. Kirk però continuò con entusiasmo a svolgere la sua indagine, anche se, al termine dell’opera, venne meno. Si dice che un giorno, come soleva fare spesso, uscì di casa per recarsi a Doon Hill, la collinetta dove svolgeva le sue ricerche e all’improvviso fu colpito da un ictus che lo portò alla morte. Il suo corpo venne ritrovato solo successivamente da alcuni parrocchiani. La notizia si diffuse in poco tempo, raggiungendo le cittadelle più recondite. L’accaduto venne associato all’ira delle fate. Nacquero così molte supposizioni su questa vicenda ancora avvolta nel mistero.

Oggi Doon Hill è un luogo simbolo. Frequentato ogni anno da migliaia di visitatori che lasciano omaggi e bigliettini su cui sono segnate richieste per le fate.
Affascinati da questo mito, in molti vanno a fare visita anche alla tomba del famoso Cappellano Delle Fate.

di Giulia Tiranno