L’appezzamento di terreno

Ogni giorno, fin da quando si è piccoli, ci si ritrova ad affrontare nuove esperienze, nuove sfide, che inevitabilmente, in un modo o nell’altro, lasciano un segno. Può essere il primo passo, la prima parola, il primo giorno di scuola, ma anche un viaggio, nuove conoscenze, tutte cose che per ogni singola persona possono avere importanza diversa.

Giorgio Amendola ha espresso un suo giudizio in merito all’esame di maturità, che non è solo una delle prove scritte che bisogna affrontare per potersi diplomare, ma ha più un “valore essenzialmente morale, di prova di carattere e di volontà”.

Se per un momento, durante questa prova scritta, si potesse leggere la mente di ogni singolo studente, probabilmente quasi tutti sarebbero attraversati da sentimenti di ansia, paura, ma non sarebbero solo dovuti alla preoccupazione nell’affrontare l’esame nel migliore dei modi, bensì ansia e consapevolezza del futuro, un mix di emozioni che saranno per sempre ricordate, perché parte del percorso di crescita.

Se dopo aver affrontato questo viaggio tra le emozioni di ogni studente, si provasse a osservare le loro vite, le loro scelte, si andrebbe incontro a una molteplicità di strade, sentimenti, fortuna o sfortuna, che contraddistingue ogni ragazzo: ci sarebbe chi sa già cosa fare della sua vita dall’età della scuola primaria; chi ha già affrontato una prova, un esame che ha segnato il proprio futuro; chi invece, arrivato a questo punto, si ritrova costretto a dover prendere una decisione che non sa se è quella giusta, se lo renderà felice, una decisone che forse non si è ancora in grado di prendere.

Viviamo in una società che cerca di prepararci al futuro, quello dei grandi, degli adulti, fin da quando siamo piccoli, mettendoci in testa tante idee, conoscenze, paure, emozioni, ma questo, a parer mio, ha anche dei riscontri negativi, perché ognuno di noi è diverso, cioè si hanno modi e tempi diversi di affrontare la vita.

Il nostro futuro destino, potrebbe, secondo alcuni, essere già “scritto” da qualche parte, quindi è come se dentro di noi sapessimo già cosa fare, diventare, quale strada prendere. Questa convinzione può però essere crudele, perché in grado di illudere: si crede di saper cosa fare della propria vita fin da piccoli, quindi aspettare con ansia il grande esame, la prova della vita (a cui probabilmente ci si ritiene più che pronti) e alla fine non superarlo, trovarsi davanti ad una porta chiusa per strada, senza più nessuna sicurezza. Forse questo è uno di quei momenti più duri da affrontare, perché si vedono crollare le convinzioni di una vita, perché probabilmente non era stata considerata la crudeltà, la difficoltà o le ingiustizie che caratterizzano il mondo esterno, fuori dalle mura della propria casa, scuola, città.

Eppure, durante la crescita, siamo esposti ogni giorno a delusioni, ingiustizie, che possono essere un’interrogazione andata male su cui magari si riponevano molte speranze o qualsiasi altra prova. La verità è che dietro a ognuna di queste esperienze, c’è spesso una sfida personale e non solo, un modo per dimostrare qualcosa a se stessi o alle persone che ci circondano. Spesso, la paura principale quando si deve prendere una decisione o affrontare una prova, è quella di fallire, di deludere, di non sentirsi all’altezza di una qualsiasi situazione, perché la verità è che non si tratta mai di una semplice prova scritta, un esame orale, una prova fisica, ma si va ben oltre.

È come se ognuno di noi avesse a disposizione un appezzamento di terreno, che viene consegnato alla nascita, di cui ogni giorno ognuno deve prendersene cura personalmente.

Ci sarà quindi quella persona che deciderà di piantare da subito una determinata specie di pianta, chi nel corso degli anni ne proverà una moltitudine e chi invece non saprà cosa farne di questo terreno, lasciandolo incolto per molto tempo.

Questi singoli campi però, arrivati ad un preciso giorno, dovranno essere consegnati per poter godere del frutto del proprio lavoro. Quindi ci si aspetta di trovare campi coltivati tutti in modo simile, sviluppati nello stesso tempo, ma non sarà così, perché può succedere che il terreno coltivato con la stessa specie, da tutta la vita, venga improvvisamente distrutto da una tempesta o che semplicemente appassisca da solo perché forse non era la pianta giusta per quel terreno; oppure ci sarà un campo ricco e rigoglioso, seguito invece da un altro che, nonostante le stesse opportunità, presenterà il primo germoglio del seme.

Quindi se adesso volessimo dare una definizione della parola “vita”, potrebbe essere sì, gioia, felicità, avventura, ma anche sfida, delusioni, imprevisti. A questo punto, credo che l’importante sia essere in grado di vedere la realtà in modo diverso da come si può presentare, andare oltre, avere il coraggio, la volontà, la determinazione di affrontare non solo l’esame di maturità, ma tutta la vita.

Elena Avola 5BL