Il suono dei colori

Con Kandinsky la pittura si trasforma in una composizione musicale, una sinfonia di colori. Vasilij Kandinskij, oltre ad essere il fondatore della pittura astratta, fu il pioniere dello studio della sinestesia tra suono e colore. Tutto ebbe inizio durante la sua infanzia, durante la quale la prima forma darte con cui venne a contatto fu proprio la musica. Per diversi anni studiò sia violoncello che pianoforte e il suo percorso artistico fu inevitabilmente caratterizzato da un sottofondo musicale. Per Kandinsky la musica era una sorta di ossessione: i colori venivano da lui avvertiti come un “coro” da fissare sulla tela.

“In generale il colore è un mezzo che consente di esercitare un influsso diretto sull’anima. Il colore è il tasto, l’occhio il martelletto, l’anima il pianoforte dalle molte corde. L’artista è una mano che toccando questo o quel tasto mette in vibrazione l’anima umana”.

La totale astrazione che si può raggiungere tramite la costruzione musicale affascinava enormemente l’artista.

“Per noi pittori il più ricco ammaestramento è quello che si trae dalla musica. Con poche eccezioni e deviazioni la musica, già da alcuni secoli, ha usato i propri mezzi non per ritrarre le manifestazioni della natura, ma per esprimere la vita psichica dell’artista attraverso la vita dei suoni musicali”.

Nella sua opera teorica più articolata Dello spirituale nellarte” descrive la sua concezione di un universo armonico di suoni e colori congiunti che lo portò a stabilire una connessione tra il timbro di alcuni strumenti musicali, i colori e le sensazioni.

di Emanuele Santoro