Martina Caironi: determinazione e coraggio

Martina Caironi è la prova vivente che tutto è possibile quando si sa cosa fare della buona e della cattiva sorte rilasciate dal destino.

Nata ad Alzano Lombardo, il 13 settembre 1989,l’atleta subì un incidente nella notte tra il 1 e il 2 Novembre 2007. All’epoca aveva solo 18 anni e stava tornando da una festa in motorino, quando un’auto l’ha investita schiacciandole la gamba sinistra. “Stavo tornando da una festa insieme a mio fratello, era circa l’una di notte, ero allegra e senza pensieri” ha ricordato.

Dopo quell’incidente, in cui ha perso metà della gamba sinistra, il sorriso è stato difficile da mantenere. “Uscita dall’ospedale mi sono dovuta confrontare con la realtà e ho sperimentato i miei nuovi limiti” ha spiegato. Già, i limiti. Quei limiti che avrebbero distrutto i sogni di molti, ma non di Martina. La velocità le è sempre piaciuta.

In diverse interviste ha raccontato che un suo grande modello è stato Oscar Pistorius (atleta paralimpico) visto per la prima volta a un convegno e subito diventato un punto di riferimento della sua vita dopo l’incidente. Grazie a questa fonte di ispirazione ha iniziato ad allenarsi per competere nell’atletica paralimpica.

Il 6 novembre 2019 è risultata positiva a un test antidoping a sorpresa. La sostanza incriminata era contenuta in una crema cicatrizzante che l’atleta doveva utilizzare a causa di un’ulcera sulla parte finale del moncone; nonostante tale sostanza fosse stata dichiarata, è stata comunque considerata una violazione del regolamento antidoping. I 12 mesi di sospensione dell’attività sportiva richiesti sono stati ridotti a 4 dal Tribunale Antidoping, non avendo riconosciuto l’intenzionalità di doparsi.

La sospensione ha comunque costretto l’atleta a saltare la partecipazione ai Mondiali paralimpici di Dubai nel 2019 a

cui si preparava da anni. Fa parte del Comitato Paralimpico delle Fiamme Gialle, e fa volontariato raccontando la sua storia nelle scuole. Tra le altre cose è anche stata testimonial di Differenza Donna, il primo osservatorio nazionale che si occupa di combattere la violenza contro le donne con disabilità attraverso atti concreti. Dal 2020, sta studiando Lingue, Culture e Mercati dell’Asia presso l’Università di Bologna.

Martina, lei perde una gamba e cercando di rimontare questa tragedia diventa la donna più veloce del mondo. Come si fa a liberare una grandezza da una menomazione?

L’incidente che mi ha privato di metà della gamba non è stata l’unica grande difficoltà della mia vita: diciamo che è quella mi ha dato un metodo, un modello per superarla. Credo di sentire in maniera netta la volontà di uscire dai problemi che mi si parano davanti. E non mi riservo mai scuse. Tutte le mie energie vanno nella direzione di superarlo il problema.

Lei ha sostenuto il lancio di Save, il servizio voluto da Assist Associazione Nazionale Atlete che punta a portare a galla molestie e abusi nel mondo dello sport.

Le molestie hanno tante facce, sono fisiche e psicologiche. Per una donna è difficile uscire dalla solitudine e denunciare. È importante che anche le sportive sappiano che c’è un luogo nel quale possono confidare quello che vivono sapendo che c’è chi le può ascoltare.

Angelica Buccigrossi