Va bene studiare con la musica?

Dopo le vacanze natalizie la scuola è ripartita, ma è difficile un po’ per tutti riprendere il passo e concentrarsi sui libri. 

È dunque importante trovare un equilibrio, riuscire a studiare in modo piacevole ed avere la giusta motivazione per farlo.

Uno dei tanti modi per concentrarsi è quello di ascoltare musica. Sia per prepararsi ad una giornata di studio, sia per mantenere l’attenzione su ciò che si sta facendo. 

E’ giusto o sbagliato ascoltare musica mentre si studia

È un fatto prontamente soggettivo. C’è che si concentra ascoltando musica, chi facendo altro.

Da un punto di vista scientifico, i dati sono discordanti. Diverse ricerche hanno dimostrato che, ascoltare musica per studiare, migliori l’attenzione e la memoria. Altri, al contrario, ritengono che sia una distrazione.

Prima di arrivare ad una conclusione, bisogna verificare diversi punti.

Nel momento in cui apri i libri, risulta angosciante studiare da soli, per questo. mettere della musica che ti faccia compagnia, può essere di aiuto. 

Altre volte può essere solamente un motivo di evasione dal proprio dovere, abbandonandosi alle parole e alle note di ciò che stai ascoltando. 

A dare una risposta è il settore della Medicina dell’Università di Standford che ha analizzato la materia grigia di individui che ascoltano brani.

E’ stato dimostrato che la musica influisce sull’attenzione, sulla progettazione e sulla memoria.

L’esperimento si è svolto consegnando cuffie che riproducevano dei brevi brani, e si è notato che l’attività maggiore del cervello si è verificata nel momento della pausa tra le canzoni.

Secondo i ricercatori, quindi, ogni persona pone maggiore attenzione, anche se inconsciamente, sulla musica, rispetto a quello che dovrebbe fare.

Secondo questi studi, inoltre, impegnarsi solamente su ciò che si sta studiando, senza ascoltare musica, aiuta a finire in anticipo i compiti.

Da altri punti di vista, ascoltare la musica può aiutare. Ma come?

E’ stato testato l’effetto della musica sull’attenzione mentre si svolgono importanti compiti. Chi la ascolta, riceve punteggi inferiori rispetto a chi non la ascolta. C’è da dire che l’effetto della musica varia da persona a persona.

Le ricerche sono state effettuate con musica cantata e non con musica strumentale, quest’ultima risulta preferibile per lo studio, come dimostra l’università di Dayton, e questo perché non vi è alcuna voce che possa distrarre da ciò che si sta facendo, ma funge solo da sottofondo rilassante .

 

Sofia Turdò