La tragica storia della famiglia Gucci

Iniziamo da colui che ha fondato l’impero di una delle case di moda più fiorenti al mondo, Guccio Giovanbattista Giacinto Dario Maria Gucci.

L’imprenditore nacque a Firenze nel 1881 era figlio di Elena Santini e Gabriello Gucci che  aveva una bottega artigianale di cappelli di paglia. A soli 17 anni, Guccio decise di andare all’estero in cerca di fortuna si trasferì a Parigi e poi a Londra dove fu assunto come cameriere nel prestigioso hotel Savoy, uno dei più  esclusivi al mondo. Fu proprio durante la sua esperienza al Savoy che iniziò a sviluppare uno spiccato gusto per la qualità e lo stile ispirato dagli eleganti ospiti dell’hotel e dalla ricchezza che lo circondava. La sua  attenzione venne catturata in particolare dalle borse e le valigie dei ricchi ospiti. Dopo quattro anni, ritornò a Firenze dove sposò Aida Carvelli, ebbero sei  figli, Ugo ,Grimaldo, Enzo (che morì a nove anni), Aldo, Basco e Rodolfo. Durante la prima guerra mondiale, Guccio lavorò a Milano prima, per la valigeria Botto e poi per quella dei Franzi, entrambe  esperienze molto importanti per la sua formazione, tanto che nel 1921 fece ritorno definitivamente a Firenze e aprì il suo primo negozio in Via della Vigna, in cui vendeva valigie in  pelle che produceva personalmente e accessori da selleria per l’equitazione. Nel 1938 venne inaugurato  il negozio di Via dei Condotti a Roma e in seguito a Milano, in Via  Montenapoleone.

Nel 1952 Guccio Gucci morì e ad assumere il comando dell’azienda , ormai nota in tutto il mondo furono i figli Aldo e Rodolfo. Fu grazie ad Aldo che l’iconico logo  della doppia G conquistò il mondo delle star e del jet-set. Dall’unione tra Rodolfo e Sandra Revel, nacque Maurizio. Il giovane rampollo, nel 1970, conobbe a una festa la  giovane Patrizia Reggiani, una donna molto bella e Maurizio ne rimase subito molto colpito. Presto, i due si fidanzarono anche se Rodolfo non approvava la  loro unione: credeva che Patrizia fosse solo una donna frivola e un’arrampicatrice sociale .Arrivò addirittura a minacciare il figlio che se non l’avesse lasciata, l’avrebbe escluso dall’azienda. Tuttavia, Maurizio fu irremovibile e i due si sposarono il 28 ottobre del 1972 e, in seguito, ebbero due figlie Alessandra e Allegra. Nel 1974 morì Vasco e Gucci divenne  una società per azioni di cui Rodolfo possedeva un 50% e l’altro 50 era di Aldo. Nel 1983, con la morte di Rodolfo Gucci, Maurizio ereditò la quota di maggioranza della società e ne  divenne il maggior azionista. Patrizia sempre più dedita a una vita agiata e spinta da un’ambizione malata attuava strategie per portare l’azienda a livelli superiori cercando di  estromettere gli altri membri della famiglia. Suggerì a Maurizio di allearsi con il cugino Paolo per rimuovere Aldo, il padre di quest’ultimo, dalla posizione di president . Iniziò così  una guerra legale contro Aldo che fu addirittura denunciato per evasione fiscale. Maurizio, però, giocò male le sue carte in quanto non mantenne le promesse fatte a Paolo tanto da  inimicarsi anche quest’ultimo, che per vendicarsi lo denuncio per aver falsificato la firma del padre Rodolfo, accusa tanto grave che avrebbe potuto costare a Maurizio la prigione. Per  paura, scappò in Svizzera, il matrimonio con Patrizia iniziava a vacillare fino ad arrivare alla rottura definitiva. Dopo una battaglia legale di quasi sei anni per il controllo della società, Maurizio fu nominato presidente del gruppo Gucci, ma l’azienda andò in gravi difficoltà economiche e nel 1993 anche Maurizio Gucci si dimise e vendette la sua quota. Nel 1992, a Patrizia fu diagnosticato un tumore al cervello, poi rimosso senza conseguenze negative. Durante quel turbolento periodo, Maurizio fu del tutto assente, andò a trovarla un paio  di volte in ospedale e non prese mai con sé le figlie. Aveva intrapreso una relazione con Paola Franchi. Nel 1994, Patrizia e Maurizio divorziarono e  quest’ultimo iniziò a programmare le nozze con Paola. Patrizia pervasa da odio e gelosia temeva di finire in secondo piano rispetto alla nuova lady Gucci e temeva che le nuove  nozze minacciassero il patrimonio delle sue figlie. In quegli anni, Patrizia strinse una forte amicizia con Giuseppina Auriemma , con la quale trascorreva molto tempo. Su Giuseppina iniziarono a diffondersi molte voci; alcuni insinuavano che fosse una maga e praticasse la magia nera e che la Reggiani si fosse servita proprio di lei per fare dei riti di magia nera  contro Maurizio e Paola. Patrizia odiava talmente tanto Maurizio tanto che inizio a dire in giro di volerlo vedere morto . La mattina del 27 marzo 1995 Maurizio Gucci venne freddato  presso la sede della sua società a Milano con 4 colpi di pistola da uno sconosciuto. Gli inquirenti aprirono le indagini per individuare il colpevole, il compito si rivelò molto  arduo, Maurizio aveva pestato i piedi a molte persone e si si pensava che di mezzo potesse esserci anche la mafia. due anni le indagini non portarono a  nulla, fino al 1997 quando un informatore di nome Gabriele Carpanese telefonò al commissario incaricato, raccontandogli i dettagli dell’omicidio e gli indizi necessari per stanare i veri  colpevoli. Tramite intercettazioni telefoniche si scoprí che la banda “dei bassotti “ era stata assunta da Giuseppina Auriemma e la mandante era Patrizia Reggiani.

La mattina del  31 gennaio 1997 Patrizia venne arrestata così come anche Pina e tutti gli altri colpevoli. L’ex signora Gucci negò di essere colpevole e addirittura affermò di essere stata incastrata, tentò  anche di dare la colpa al tumore al cervello, ma tutti sapevano che Patrizia diceva di voler Maurizio morto, ancor prima che le venisse diagnosticata la malattia. Patrizia fu  condannata a 29 anni di reclusione, la pena fu in seguito ridotta a 18 anni di carcere. Uscita di prigione nel 2016, Patrizia Reggiani ha avuto diritto a ricevere  un vitalizio di 1 milione di euro all’anno ciò che le spettava dall’accordo del divorzio, le figlie che con lei hanno tagliato ogni tipo di rapporto, hanno anche intrapreso contro la  madre una battaglia legale. Essendo le uniche eredi del patrimonio di Maurizio Gucci spetterebbe a loro l’onere del pagamento di tale vitalizio.

Claudia Malinconico, II Q