Stand up for victims, understanding hate speech

Mercoledì 30 Marzo 2022, durante il Festival della Scienza/Ad ventura , Francesca Cesarotti, formatrice di Amnesty International, più precisamente Human Rights Education Head di Roma, ha tenuto un laboratorio interattivo riguardo la sottile linea che separa libertà di espressione e “hate speech” grazie anche all’introduzione della “piramide dell’odio”. A far parte di questo progetto, oltre ad alcuni studenti del polo liceale R.Mattioli, sono stati anche gli alunni provenienti da Estonia, Romania e Germania, in scambio culturale tramite l’iniziativa “EACity”.

Per iniziare questo laboratorio è stata posta una domanda: “cosa sono i diritti umani?”. Alcune tra le più comuni risposte sono state: vivere, essere liberi, avere delle sicurezze. Riflettendo poi si è giunti alla conclusione che questi non sono  davvero i diritti basilari, ma lo sono scuola e libertà di espressione. Portando l’esempio di paesi come Ucraina, Afghanistan, Sudan e Yemen, si è arrivati a comprendere come in questi paesi, purtroppo, viene spesso messa in atto una vera e propria violazione della persona. Anche noi occidentali subiamo tipi di violazioni che sono destinate a lasciare un segno.

A seguire è stato realizzato un workshop di gruppo. Ogni gruppo, costituito da ragazzi di diversi paesi, ha ricevuto un foglio con delle frasi “spregevoli” con il compito di riordinarle dalla peggiore alla “più accettabile”. Di comune accordo, tutti hanno scelto come peggiore tra le frasi: “Uccidere un rifugiato non è peccato” (frase espressa da un comune cittadino con 2400 follower su twitter).

Il laboratorio si è concluso con la dettagliata analisi della piramide dell’odio, grafico che esprime appunto quelli che potrebbero essere chiamati gli stadi dell’odio tra umani.

di Giacomo Varriale