Venti di guerra

  

 


Una tempesta squarcia l’azzurro del cielo,
acre e scuro,
un odore risale dal terreno battuto,
cupo e soffocante,
il rumore dei passi rimbomba nella terra,
vuota e acerba.
Il dolore in sospeso.
Pioveva leggero, i pensieri erano pesanti.
Il sole si copriva gli occhi tra le nubi.
Ancora una volta l’uomo avrebbe scritto la storia,
ancora una volta arava inchiostro rosso sul campo,
ancora una volta sarebbe arrivata la primavera,
ma nessun fiore avrebbe donato ai passanti.
I germogli erano stati strappati dalla fioritura,
impronte nere che nessuno avrebbe mai potuto cancellare.
Con un elmo,
senza un tetto sopra la testa,
con un’arma fredda,
senza il calore di una famiglia,
grondante di terrore,
cercavo il coraggio,
affinché un giorno,
chissà,
potremmo ancora rivedere il sole!


Maria Sofia Spadaro IIB Liceo classico- Istituto “G. Carducci”- Comiso (RG)