Le origini della filosofia

La filosofia… singolare espressione dell’anima, affascinante turbinio di razionalità e dispersione, di tortuosi  cammini e libere strade popolate da uomini e donne silenziosi, piuttosto pensierosi, assorti nell’immensità delle  proprie idee.  

È così che immagino questa imponente somma di principi: percorsi di esseri umani in contrasto eppure  profondamente legati dalla logica del mondo, dell’esistenza e dalla curiosa esplorazione dei giardini delle loro  menti, colmi di fiori eccentrici, semplici e a volte oscuri.  

Addentrandoci al proprio interno, giungeremo alla radice, alle origini considerate primordiali o almeno  attestate come tali, il cui frutto è la natura, la semplicità di un elemento, la complessità in uno sguardo  approfondito su una goccia d’acqua, su un mare in distesa oppure sull’aria vitale, come soffio e respiro umano,  generatrici di tutto. I primi filosofi risposero in questo modo alle proprie domande, dunque attraverso la  creazione di una diversa prospettiva. Basta osservare Talete e Anassimene, antichi avventurieri dei meandri  dell’osservazione acuta, accompagnati dalla visione in grande di Anassimandro, esploratore del sostrato informe  privo di limiti e forma, creatore di opposti e giustiziere della separazione; segue poi l’acceso fuoco di Eraclito,  che dà luce mutabile e divenire, nel legame tra elementi controversi ma strettamente interconnessi, un conflitto,  tutto dettato dal logos. 

Immergiamoci ora nel limite e nell’illimitato, nei numeri matematici visualizzati in un lontano tempo dal  nostro Pitagora, analizzatore dell’ascendenza orfica…per poi attraversare le numerose questioni sull’essere, sul  non essere e sulla dubbiosa esistenza delle cose, base di studio e riflessione per celebri pensatori come Parmenide  (verità e opinione, entità imperitura e immutabile), Zenone (difensore del suo maestro, generatore del paradosso  e analizzatore delle dimostrazioni per assurdo), Democrito (visionario della pluralità, del vuoto, della coesistenza  e intuitore degli atomi e dei propri aggregati), Gorgia (negatore dell’essere, in cui nulla è, nulla può essere  conosciuto e nulla può essere comunicato). Scorgiamo successivamente la potenza delle due forze equilibriste e  discordanti di nome Amore e Odio, dettate dalla ragione di Empedocle, da un lato attrazione e pace, dall’altro  caos e conflitto…e poi vi è il giudicato mondo del sofismo, nel quale spicca Protagora, il suo relativismo e la  misura dell’uomo e della comunità che egli affida. 

Ecco. Tutto questo è solo il principio della filosofia, arte sviluppatasi poi nel corso dei secoli, giunta man  mano ai nostri tempi, con una forza e una forma trainanti, le quali mi hanno ispirata e portata alla concezione  che chiunque, oggi, in un momento passato o in un futuro domani, possa, anche involontariamente, concepirla,  poiché essa è espressione di libertà, di vita e di parola… sopratutto è il nostro prato di idee, a volte arido, a volte  colmo ma sempre presente nel nostro spirito, come una imperfetta ma pura bussola della nostra anima.

Ludovica Esposito, III A