Il “contratto di San Gennaro”

Cappella di San Gennaro, dedicata al Santo in seguito ad un “contratto”. Fu fatto da diversi artisti, spesso costretti a scappare a causa delle minacce arrivate dai napoletani, che non volevano che la cappella fosse realizzata da artisti non di Napoli. Sono presenti, oltre alle statue raffiguranti San Gennaro, anche altri busti, di co-patroni.


Il “Contratto” con San Gennaro, firmato da sei rappresentanti della deputazione e cinque notai, che avevano il compito di assicurare che il Santo avrebbe mantenuto l’accordo. Accordo che prevedeva che, se San Gennaro avesse scacciato tutte le sciagure, essendo stati anni complicati per Napoli, i napoletani gli avrebbero costruito una cappella.


la Mitra di San Gennaro, composta da diversi materiali, principalmente oro, ma anche smeraldi, rubini e diamanti. Voluto dai sovrani angioini e destinato ad ornare il busto di San Gennaro. Ha valore inestimabile, non solo dal punto di vista economico, ma anche simbolico, perché dimostra il grande affetto che il popolo napoletano ha verso il suo Santo Patrono.

Riproduzione del Busto di San Gennaro, fatta da Armando Arcovito nel 2013. Il busto originale è presente all’interno della Cappella del Duomo a lui dedicata, composta principalmente d’oro, ma caratterizzata dalla presenza anche di rubini, smeraldi e diamanti. All’interno del cranio dell’originale sono presenti delle ossa, che si dice siano proprio del Santo.

Testo e foto di Mario Stumpo, III A