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Studentessa del Mattioli tra la giuria della settima edizione del Premio Asimov

Il  “Premio Asimov”, intitolato allo scrittore Isaac Asimov, è  un riconoscimento letterario per opere di propaganda scientifica e saggistica scientifica italiana che viene assegnato annualmente, dal Gran Sasso Science Institute, Scuola Superiore Universitaria ad ordinamento speciale con sede nel capoluogo abruzzese.

La selezione delle opere papabili vincitrici in lizza, ossia in contesa, è operata da una commissione scientifica ad hoc, mentre l’opera vincitrice assoluta è scelta da studenti di scuole superiori attraverso recensioni e pubblicazioni, le quali sono a loro volta soggette a premiazione in seguito ad una valutazione della commissione scientifica.

Quest’anno, nella sua settima edizione, tra 5 opere finaliste, si sono aggiudicate la premiazione “La malattia da 10 centesimi” di Agnese Collino e “La sfrontata bellezza del cosmo” di Licia Troisi.

Alunni di varie scuole superiori sono stati parte integrante della “giuria studentesca”, scrivendo recensioni delle opere finaliste. Le recensioni sono state, a loro volta, valutate dalla commissione scientifica che ha decretato i vincitori. Tra i ragazzi delle diverse scuole italiane che hanno partecipato troviamo Gaia Foschini, studentessa del 4B Scienze Applicate del nostro Istituto, che ha recensito “La sfrontata bellezza del cosmo” di Licia Troisi.

RECENSIONE DEL LIBRO

“La sfrontata bellezza del cosmo” è un saggio di Licia Troisi pubblicato nel settembre del

2020 dalla casa editrice Rizzoli. L’autrice romana è conosciuta per aver pubblicato una serie di romanzi fantasy e per la conduzione di Terza Pagina.

La Troisi, laureatasi in fisica nel 2004 con una tesi sulle galassie nane, ha conseguito un dottorato in astronomia nel 2012, dal quale prende spunto per la realizzazione di questo lavoro. L’obiettivo è quello di mettere in risalto la straordinaria bellezza del cosmo, lo sforzo nel cercare di comprenderlo e il limite delle nostre conoscenze, come si evince già sul retro della copertina.

Tutto gira intorno al concetto che l’astronomia è pura immagine, basata sulla semplice osservazione naturale o attraverso strumenti che permettono di superare i limiti dei nostri sensi. Ogni capitolo inizia con un’immagine, di cui vengono presentati i principali dati e dalla quale parte la descrizione accurata di corpi o eventi celesti. Particolarmente interessanti sono le ultime pagine dei capitoli, in cui spesso si ricava un insegnamento per il quotidiano. Quello della Troisi è un libro attuale, che si pone anche in difesa delle donne mettendo in risalto tutti i mancati riconoscimenti in campo scientifico. Nel saggio sono presenti riferimenti a siti online dove è possibile ascoltare i suoni dell’universo, un aiuto per capire meglio i concetti più complessi e per potersi immergere ancor di più nelle atmosfere dell’opera, creando un’esperienza a tutti gli effetti.

L’autrice ci parla del concetto di perfezione partendo dall’imperfezione dell’universo. Dimostra che non c’è evoluzione nella perfezione e che sono proprio invece le “…imperfezioni a permettere alla vita di esprimersi nelle molteplici forme che osserviamo oggi”. Per esprimere meglio questo tema riprende il testo di “Anthem”, brano in cui il cantautore Leonard Cohen rivela che “c’è una crepa in ogni cosa, è da li che entra la luce”. L’imperfezione, secondo la Troisi, apre le porte alla conoscenza permettendo alle ricerche di continuare ed è proprio grazie al fatto che la vita non va sempre secondo i piani che nascono sempre nuove esperienze da fare.

La scrittrice mostra come anche la società abbia un ruolo importante nella scienza e come quest’ultima sia un vero e proprio prodotto della comunità: ogni scoperta scientifica modifica la società, a volte cambiando la nostra concezione dell’universo, altre volte influenzando l’immaginazione dei meno esperti.  

Uno dei passaggi che più mi ha colpita è “Questo fa la scienza, quando fa bene il suo lavoro…unisce”. È a dir poco incredibile pensare che nell’infinito universo, siamo tutti accomunati dalla curiosità, dalla voglia, dal desiderio e, come dice l’autrice, dalla necessità di conoscere.

I termini usati rimandano alla bellezza del cosmo, sono ricercati e raffinati. Il tono è leggero e simpatico, rende piacevole e interessante la lettura. I concetti complessi vengono spiegati attraverso termini medio-semplici, utili a facilitare la comprensione anche a coloro che non sono esperti.

Personalmente sono rimasta piacevolmente colpita da questo libro. L’ho trovato particolarmente coinvolgente e per lo più immediato. Vengono messi chiaramente in risalto l’amore, il piacere e la curiosità dell’autrice, tutti elementi decisamente appassionanti per il lettore. Ne raccomando la lettura agli adolescenti, in particolare a quelli interessati ai settori scientifici, potrebbe far sbocciare l’attrazione per l’astronomia.

Abbiamo avuto il piacere di incontrare Gaia e rivolgerle qualche domanda.

Chi  o cosa ti ha spinto a partecipare a questo concorso?

– Il bando pubblicato dalla scuola sul registro mi ha incuriosita. Mi è sempre piaciuto scrivere e l’ho vista come un’opportunità per tornare a leggere e accumulare qualche altra ora per i crediti.

Quale emozioni hai provato nello scrivere una recensione dell’ opera finalista ?

-Non  me lo aspettavo, ero sorpresa e felicissima.

La tua partecipazione è dovuta per lo più alle tue abilità e conoscenze in ambito letterario o scientifico?

– Penso sia dovuta un po’ alle conoscenze e un po’ magari all’impegno e allo stile.

Ti piacerebbe un giorno, essere tu la fautrice di un’opera gareggiante al Premio Asimov?

– Assolutamente, non mi sono mai vista come scrittrice di un libro ma penso che nella vita tutto sia possibile, quindi perché no!

 

Sara M.G. D’Annunzio