Dal panipuri alla pavlova, sapori dal mondo

Il mondo è bello perché è vario, e questa varietà si può riscontrare nel mondo culinario: molte persone scelgono di viaggiare proprio con l’obbiettivo di scoprire gusti nuovi che portino sensazioni nuove.

Ecco alcuni piatti provenienti da varie parti del mondo, sperando possano suscitare interesse.
 
Dall’India
 
Il Panipuri o Phuchka, chiamato anche Gol gappa, è un tipo di merenda originaria del subcontinente indiano. È costituito da pane fritto puri tondo e cavo, riempito con una mistura di acqua aromatizzata (conosciuto come imli pani), tamarindo chutney, peperoncino in polvere, chaat masala, patate, cipolla o ceci.
 
Malpua: è una invitante e sfiziosa pastella fritta molto gradita in India. Sono tante le versioni che variano da regione in regione: le spezie principalmente impiegate per profumare l’impasto sono zafferano, finocchio, uvetta, mandorle, noce di cocco e cardamomo. Si tratta di una pastella che, una volta fritta, è imbevuta in un dolcissimo sciroppo a base di zucchero e acqua di rose.
 
Dal Giappone
 
L’okonomiyaki è uno dei piatti popolari più amati nella regione del Kansai è definito da alcuni come la “pizza giapponese”, anche se in realtà la similitudine stona particolarmente per noi italiani, a parte la forma infatti non c’è nulla che ricordi il nostro piatto. È più una frittella di farina, uova e altri ingredienti cotta su una piastra e condita con maionese. Gli ingredienti utilizzabili nella preparazione dell’okonomiyaki sono davvero tanti a seconda dei gusti.
 
Il Melonpan è panino dolce, tipico del Giappone. È un impasto di acqua e farina, rafforzato da uno strato superiore di biscotto. Per giustificare il nome, ogni tanto, alcuni aggiungono un aroma di melone. Il nome ha una etimologia bilingue, dato che melon deriva dall’inglese, mentre pan è la parola portoghese con cui si indica il pane. È conosciuto anche a Taiwan ed in Cina.
 
Dal continente africano
 
Il bobotie, il “pasticcio africano”, è un piatto tipico a base di carne speziata caratteristica per il gusto dolce-salato. È a base di carne macinata speziata con una copertura a base di uova. Il suo nome deriva da “bobotok”, un piatto indonesiano a base di carne e crema. Il Bobotie è conosciuto a Capo di Buona Speranza sin dal 17° secolo e veniva realizzato con un impasto di carne di maiale e di montone. Oggi è più comune trovarlo cucinato con carne di manzo o di pecora, per quanto la carne di maiale lo renda più asciutto.
 
La cocada amarela è un tradizionale dessert dell’Angola a base di cocco fresco grattugiato, tuorli d’uovo e cannella. Si tratta di un dolce molto particolare sia nel gusto che nella consistenza, ma è piuttosto facile da preparare. All’apparenza sembra una sorta di budino giallo. Il colore è dato dalla presenza dei tanti tuorli d’uovo con cui viene preparato questo dolce, da cui prende appunto anche il nome: cocco (cocada), giallo (amarela).
 
Dall’Oceania
 
Il polpettone: è una sorta di carne australiana. Per prima cosa l’impasto deve essere cotto, in seguito è aggiunto il ripieno, fatto principalmente da carne macinata. È accompagnato con una salsa o un sugo, che ha come ingrediente principale il demi glace, un brodo di origine francese. In Nuova Zelanda hanno una loro variante, la cosiddetta torta calda.
 
La Pavlova è un dolce tipico dell’Australia e della Nuova Zelanda. Per quanto si sappia poco sulle sue origini, si pensa che venne creata nel 1926 da uno chef di un hotel a Wellington in Nuova Zelanda in onore della ballerina Anna Pavlova. È costituita da una base di meringa morbida dentro e croccante fuori, una copertura di panna (o in alcune versioni di crema chantilly) e frutta: è un dolce molto appariscente e sfarzoso, e gli ingredienti possono variare in base ai gusti personali e alla stagione.
 
Dal continente sudamericano
 
Acarajè, che si vende agli angoli delle strade di Bahia, sono polpette fritte a base di fagioli marroni tritati con sale e cipolle, e riempiti con gamberetti essiccati, pepe e salsa di pomodoro messa a friggere nell’olio di Dendê.
 
Il Mote con huesillo (letteralmente “Grano con pesche”) è un mangia e bevi tipico cileno che viene consumato abitualmente. Si compone principalmente di tre cose: uno strato sul fondo di grano cotto, una o due pesche disidratate e reidratate cotte e il succo di cottura di queste.
Si mangia alternando bocconi di grano e pesca a sorsi di sciroppo.
Il grano è semplicemente lessato in acqua, ha una consistenza morbida ma non sfatta. Il succo da bere è in sostanza uno sciroppo (più denso di un semplice tè). Forse è troppo dolce per la cultura e i palati italiani, ma nel complesso, essendo una bevanda fresca, è gradevole e perfetto per le giornate estive.
 
Questa era una piccola lista per guardare piatti da molteplici parti del mondo e vederne le differenze. Non sono forse i piatti a noi più conosciuti, ma ugualmente interessanti, in quanto portano con loro le sensazioni dei luoghi di provenienza. E voi, quali assaggereste?
 
Letizia Turrisi, III A